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    A Roma la cerimonia per Yom Hazikaron

    Dopo Yom Ha
    Shoah, il popolo d’Israele si ferma nuovamente per Yom Hazikaron, la giornata istituita
    in memoria dei soldati caduti in difesa dello Stato ebraico e delle vittime del
    terrorismo antisemita. Una data intima e piena di dolore, che anche quest’anno
    la Comunità ebraica di Roma ha voluto commemorare nelle proprie sedi assieme
    all’Unione delle comunità ebraiche italiane (UCEI) e all’Ambasciata di Israele
    in Italia.

    La
    cerimonia è iniziata con un minuto di silenzio e il successivo suono della
    sirena. Tanta la commozione, che è cresciuta all’ascolto di canti e salmi da
    parte del cantore Marco Di Porto, del rabbino capo Riccardo Di Segni e degli
    alunni della scuola elementare ebraica Vittorio polacco che hanno intonato Shir
    Lamaalot, per poi lasciare la parola ai relatori.

    “Purtroppo,
    ogni anno la lista dei caduti per questa causa si allunga. Ogni goccia di
    sangue versata è il prezzo per la nostra libertà, una libertà che
    quotidianamente passa per la nostra sicurezza – ha affermato la presidente CER
    Ruth Dureghello, che ha poi ricordato gli ebrei partiti da Roma per combattere
    in Israele senza fare ritorno – Come Yochai Di Porto, Angelo “momo” Sed e
    Sergio Pavoncello, sopravvissuto alla Shoah”. La Presidente ha anche evocato la
    memoria del piccolo Stefano Gaj Tachè, ucciso nell’attentato terroristico
    palestinese alla Sinagoga di Roma il 9 ottobre 1982. “Nella speranza che
    nessuna famiglia possa o debba più versare lacrime, vi lascio con la promessa e
    l’impegno che non solo non ci arrenderemo mai, ma continueremo a trasmettere ai
    nostri figli il coraggio e l’orgoglio di essere ebrei e parte del grande popolo
    di Israele” ha concluso Dureghello.

    All’evento
    hanno presenziato anche le rappresentanze dei movimenti giovanili Bnei Akiva e Hashomer
    Hatzair che, assieme agli studenti di una scuola israeliana, hanno letto l’emozionante
    testo “Un’occasione mancata” di Yair Lapid. Tutte le generazioni legate dal
    filo della memoria, in virtù del senso di collettività ed unione che
    contraddistingue il popolo ebraico.

    “Anche
    quest’anno giunge il giorno in cui rendiamo sacro un certo spazio di tempo
    dedicato a comprendere che, accanto a noi, giacciono nell’eterno silenzio
    coloro che hanno sacrificato le loro vite per l’indipendenza e la libertà dello
    Stato di Israele e dell’intero popolo ebraico. Anche noi respiriamo questo
    speciale miracolo che si chiama Israele” ha sottolineato la presidente UCEI,
    Noemi Di Segni.

    Il dolore
    che Yom Hazikaron fa gridare è quello di figli mai tornati, delle vite
    spezzate prematuramente che non hanno potuto sbocciare nel fiore della vita e riabbracciare
    la propria famiglia, di quei sogni infranti sotto le bombe e tra gli spari dei
    fucili. È una giornata che “rallenta il ritmo della quotidianità e spinge a
    fermarsi per pensare ai caduti e alle loro famiglie, e per partecipare
    all’immane dolore che esse portano in maniera permanente”, così l’Ordine del
    Giorno del Capo di Stato Maggiore della difesa israeliana, generale Aviv
    Kohavi, letto dall’addetto militare dell’Ambasciata d’Israele Colonnello Dror
    Altman.

    Infine, ha
    preso la parola l’ambasciatore d’Israele in Italia Dror Eydar: “Possa la
    memoria dei combattenti di Israele essere preservata nei nostri cuori e nella
    memoria della nazione in tutte le generazioni. La loro anima sia racchiusa nel
    fascio della vita”.

    Dopo Yom Ha Shoah, che ricorda le vittime del genocidio
    nazista, Yom Hazikaron rende omaggio a tutti gli uomini e le donne che, sulla
    propria pelle, hanno pagato il prezzo della libertà per impedire che nessuna
    nuova Shoah potesse mai realizzarsi.

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