Nella suggestiva location della Nuvola di Fuksas, in
occasione della fiera della piccola e media editoria Più Libri Più Liberi, è
stata presentata la collana di libri del Dipartimento di Beni e Attività
Culturali della Comunità Ebraica di Roma. Al Talk, che si è concentrato sul
libro “Ebrei a Roma tra Risorgimento ed Emancipazione (1814-1914)”,
hanno preso parte Antonella Di Castro, Vicepresidente della Comunità Ebraica di
Roma e Assessore alla Cultura, il direttore del dipartimento beni e Attività
Culturali della Comunità Ebraica di Roma Claudio Procaccia, Stefano Caviglia,
scrittore e giornalista.
“Oggi siamo qui per presentare non solo il
volume ‘Ebrei a Roma tra Risorgimento ed Emancipazione (1814-1914)’ ma per introdurre
una collana che parla dell’intera storia della Comunità Ebraica di Roma, dal
punto di vista culturale, cultuale, storico e politico” ha detto Claudio
Procaccia, direttore del DIBAC aprendo la conferenza.
Questa collana propone al pubblico la storia e la
cultura di una Comunità e di tutti i cambiamenti che hanno caratterizzato gli
ebrei di Roma nel corso dei secoli. Dal ghetto dell’età moderna
all’emancipazione, giungendo fino alle leggi razziali del 1938.
“Credo che sia particolarmente giusto definire il
periodo dell’emancipazione “La belle Epoque” perché il 1871 segna un momento
storico che caratterizzò per molte generazioni l’identità italiana degli ebrei”
ha spiegato Stefano Caviglia, che ha poi illustrato come il testo restituisca
al lettore un quadro completo di quel processo di emancipazione di cui furono
protagonisti gli ebrei italiani, in particolare i romani.
“Siamo qui per illustrare questa splendida collana
che racconta tutte le sfaccettature della Comunità Ebraica di Roma. Il libro di
cui parliamo oggi, tratta in particolare la storia degli ebrei di Roma nel
Risorgimento. Come diceva Jonathan Safran Foer “ogni cosa è
illuminata” e la storia e degli ebrei romani è infatti illuminata dalla
luce del passato. Siamo orgogliosi di raccontare la nostra storia specialmente
perché è importante conoscere da dove veniamo per fortificare la nostra
identità nel futuro” ha concluso Antonella Di Castro.