Fra le truppe che hanno liberato Roma il 4 giugno del 1944, c’era mio padre, Rav Morris Kertzer, arrivato quel pomeriggio con una jeep. Un cappellano ebreo con la Quinta Armata americana, comandata da Mark Clark, aveva trascorso i mesi precedenti con le truppe alleate sotto i bombardamenti tedeschi ad Anzio. Lì, dove in migliaia sarebbero poi morti, ha officiato funzioni, anche dei moltissimi funerali di soldati ebrei. Il 9 giugno, cinque giorni dopo il suo arrivo a Roma, alla riapertura del Tempio Maggiore lui c’era, e rappresentava le truppe alleate, ma anche la comunità ebraica americana. L’episodio catturato da questo disegno, il quale mio padre ha descritto anche nel suo libro sulle sue esperienze di guerra (With an ‘H’ on My Dog Tag, 1947), offre solo un piccolo esempio di quelle che dovevano essere tante scene di gioia di quel venerdì sera in cui entrava lo Shabbat pochi giorni dopo la liberazione. E devo ammettere che il disegno mi piace anche perché l’artista ha catturato molto bene l’immagine di mio padre. I mesi che ha passato in Italia, nonostante tutti gli orrori che ha vissuto, hanno fatto nascere in lui un grande amore per questo Paese. E sembra che ciò abbia avuto anche lo stesso effetto su suo figlio, nato dopo la guerra.
Il cappellano Morris Kertzer tiene la funzione della Pasqua ebraica in un sotterraneo ad Anzio (aprile 1944). Pubblicato da Look Magazine e dal New York Times
Riportiamo l’articolo d’epoca “Il Potere della Fede,” di Woodi Ishmael, apparso a corredo dell’immagine in copertina
Il cappellano Morris Kertzer era seduto sul pulpito della prima grande sinagoga per tenere la funzione dopo la liberazione di Roma, quando un giovane soldato americano si diresse verso lui. Spiegò al cappellano che aveva lasciato l’Italia dieci anni prima, all’età di 20 anni, per andare in America, e da allora non aveva più visto sua madre. Voleva che il cappellano annunciasse che lui era lì, certo che, se sua madre fosse ancora in vita, sarebbe stata presente alla funzione. Il cappellano Kertzer disse al giovane soldato che non poteva soddisfare la sua richiesta perché lui non era responsabile della funzione. “Ma,” ha detto il cappellano, “quando mi presentano devi stare in piedi accanto a me. Sono certo che tua mamma ti riconoscerà.” Il soldato si mise accanto al cappellano. E subito a seguito della presentazione, un grido di riconoscimento si levò dalla vasta platea. Ecco che una piccola signora corre verso il pulpito, e lì una madre e un figlio si riuniscono attraverso la fede.