Il
calendario ebraico è lunisolare. Cioè è legato sia ai movimenti della luna e
sia della terra rispetto al sole. Per cui l’inizio del mese coincide con la
luna nuova e le stagioni devono essere allineate a quelle del sole. Dando per
prioritario questo assioma, si deduce che la festività di Pesach, come
comandato nella Torà, si debba svolgere sempre nel plenilunio di primavera. Visto
che il mese lunare dura ventinove o trenta giorni, viene a crearsi una
differenza di undici giorni che divide l’anno solare da quello lunare, che
viene colmata dall’aggiunta di un mese ogni tre anni, e per sette volte in un ciclo di diciannove anni. Così ogni tre anni abbiamo un
anno che dura tredici mesi anziché dodici. E viene aggiunto un mese che prende
il nome di Adar secondo. Come stabilito dalla Torà e poi dalla tradizione
rabbinica la fissazione del capomese avveniva con la testimonianza oculare, diretta,
della luna nuova da testimoni delegati dal tribunale rabbinico, e di
conseguenza venivano stabilite le date delle festività. Dalla metà del terzo
secolo, dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme, nell’organizzazione del
calendario viene osservato il sistema codificato da Hillel II.
La
cronologia del calendario parte dalla nascita del primo uomo, di cui
quest’anno, con la ricorrenza di Rosh Hashanà ne celebriamo il 5779 esimo
anniversario. Con tale calcolo, adottato dalla tradizione rabbinica, vengono
temporalizzati momenti della storia ebraica di primaria importanza nei seguenti
anni: 1656 – diluvio di Noè; 1948 – nascita del patriarca Abramo; 2448 –
promulgazione del Decalogo; 2854 – nascita del futuro Re David; 2928 –
costruzione del Tempio di Gerusalemme; 3338 – distruzione del Tempio; 3408 – ricostruzione del Tempio; 3828 – distruzione
del secondo Tempio; 4100 – Abbaye e Rava insegnano il Talmud; 4800 – nascita di
Rashi; 5458 – nascita del Baal Shem Tov, iniziatore del Chassidismo; 5708 – nascita
dello Stato di Israele.