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    ROMA EBRAICA

    16 ottobre 1943: il ricordo del giorno del rastrellamento degli ebrei di Roma

    Deposte, questa mattina, nella piazza adiacente al Tempio Maggiore, le corone d’alloro per commemorare l’ottantaduesimo anniversario del rastrellamento degli ebrei di Roma. La cerimonia ha ricordato il 16 ottobre 1943, il “Sabato nero” in cui furono arrestati e deportati ad Auschwitz 1.022 ebrei tra uomini, donne e bambini. Di loro ne sopravvissero sedici, una sola donna, Settimia Spizzichino, nessun bambino.
    Presenti alla commemorazione, il Rabbino Capo Riccardo Di Segni, il Presidente della Comunità Ebraica di Roma – CER Victor Fadlun, il Vicepresidente Vicario e Assessore ai Rapporti Istituzionali CER Alessandro Luzon, la Vicepresidente e Assessore alla Memoria CER Carola Funaro, il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri, l’Assessore alla Regione Lazio Fabrizio Ghera, il Capo Dipartimento Affari pubblici dell’Ambasciata di Israele in Italia Ophir Eden, l’Assessore alla Comunicazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – UCEI Davide Jona Falco, il Presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia, il Presidente sezione di Roma dell’ Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi Nazisti – ANED Andrea Di Veroli.
    “Abbiamo ricordi molto duri, ricordi di deportazione. – ha detto il Presidente Fadlun – Chi fu portato via, oltre mille ebrei furono trascinati fuori dalle loro case e poi raccolti proprio qui dietro di noi, dove siamo noi adesso e portati via con i camion e alla fine la destinazione era Auschwitz, dove furono assassinati. Ma le persone prese erano civili, famiglie, tanta la presenza di donne, bambini e anziani. E questo fa davvero riflettere su dove arriva l’odio e l’intolleranza. Dobbiamo vigilare. – aggiunge – Abbiamo lavorato per 80 anni alla Giornata della Memoria, ai Viaggi della Memoria ad Auschwitz e credo che gli avvenimenti degli ultimi due anni a seguito dell’attacco terroristico avvenuto in Israele, ci abbiano purtroppo risvegliato con una sensazione di grande dispiacere perché tutto questo lavoro sulla memoria non ha dato in una parte della nostra società il risultato sperato. C’è un risorgere di un antisemitismo virulento, violento, selvaggio che vediamo tutti i giorni e che viviamo sulla nostra pelle. – continua – Gli avvenimenti di Udine di pochi giorni fa, quando in una partita di calcio si è inveito e si voleva negare il diritto a Israele di partecipare all’evento sportivo, di giocare, in un momento in cui poi c’è una tregua difficile, complicata, fragile e quando non ci sono più bombardamenti, ai miei occhi e ai nostri occhi, sembra solo e soltanto antisemitismo. Questa è qualcosa da affrontare con nuovi strumenti informativi, insegnare e far arrivare alle persone a capire qual è la verità, e cioè che questi sono atti di antisemitismo”.

    “Una data che ricorda uno dei momenti più terribili della storia della nostra città. – ha affermato il Sindaco Gualtieri – Un crimine contro dei cittadini romani, che solo perché ebrei furono rastrellati, caricati sui camion, portati via a morire con una ferocia, una crudeltà e una pianificazione agghiacciante. Questo ci deve portare a non dimenticare mai la Shoah, i crimini che ha commesso. Il nostro Paese, purtroppo, li ha vissuti, ci sono stati anche tanti complici e tanti giusti però che si sono battuti per salvare le vite degli ebrei romani italiani e di tutti gli ebrei, che hanno subito un terribile genocidio da parte del nazismo. – prosegue – Noi abbiamo il dovere di non dimenticare mai e lo faremo sempre come Istituzioni al fianco della Comunità ebraica di Roma, dei parenti di queste vittime, nostri cittadini ingiustamente trucidati e deportati. Lo facciamo, lo faremo tutti gli anni, lo faremo sempre perché abbiamo il dovere di non dimenticare mai a cosa può portare l’abisso del genere umano e cosa è stata la Shoah e cosa è stata quella terribile pagina della storia del genere umano che ha una sua unicità che noi non vogliamo mai smarrire né dimenticare”.

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