Poco prima della Seconda Guerra Mondiale 11 milioni di ebrei parlavano Yiddish, la maggior parte di essi vivevano in Europa dell’Est; con le deportazioni i progrom e le emigrazioni verso gli Stati Uniti ed Israele, il numero di persone che praticano questo idioma è calato notevolmente, portando quasi verso l’estinzione questo dialetto. Ad oggi, solo 3 milioni la utilizzano quotidianamente – rimane sempre la lingua degli Ebrei dell’Europa dell’Est, quella che troviamo nei libri di Asimov, di Singer, quella utilizzata dai comici americani come Allen, oppure quella che ha tenuto incollati milioni di telespettatori su Netflix, appassionati della serie Shtisel, oggi l’yiddish grazie alla tecnologia presto potrà vedere nuovo splendore.
È infatti grazie a Google che lo scorso 5 maggio è stato lanciato un nuovo strumento che ha proprio come scopo preservare questo dialetto. Il servizio pensato dal gigante di Mountain view, è denominato Woolaroo è un’app web di traduzione di foto open source che sfrutta l’apprendimento automatico e il riconoscimento delle immagini per aiutare a preservare proprio le lingue che stanno scomparendo. Il suo funzionamento è molto intuitivo: l’utente deve solo puntare la fotocamera del proprio telefono su un oggetto per fare in modo che l’intelligenza artificiale lo riconosca e lo descriva in una data lingua, completa di pronuncia.
Chissà che proprio l’azienda fondata da due nipoti di emigrati ebrei di origine russa potrà contribuire a riportare allo splendore il dialetto parlato nei villaggi dei loro bisnonni.