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    Travel Photographer of the Year: vince l’israeliano Galitz con gli scatti alle isole Svalbard

    Ha viaggiato negli angoli più remoti della Terra, catturando immagini mozzafiato. Scatti unici quelli del fotografo naturalista pluripremiato, Roie Galitz, 44 anni, di Givatayim, in Israele, che non solo svelano la bellezza della natura ma vogliono anche portare all’attenzione e sensibilizzare il pubblico sulle questioni ambientali.
    Una missione, dunque, per Galitz, che ha vinto il primo premio del prestigioso concorso Travel Photographer of the Year nella categoria portfolio ‘Terra – Paesaggi, Clima e Acqua’ grazie agli incredibili scatti a Bråsvellbreen, un ghiacciaio che fa parte della più grande calotta di ghiaccio di Austfonna, nelle isole Svalbard. Al concorso hanno partecipato amatori e professionisti di oltre 150 Paesi, che hanno inviato oltre 20mila foto.
    Secondo la giuria Galitz “cattura perfettamente il tema del paesaggio, del clima e dell’acqua da diverse prospettive su un ambiente che sta affrontando alcune delle più grandi minacce alla sua futura esistenza”.

    Il fotografo ha fondato la Galitz School of Photography, la più grande scuola di fotografia in Israele e Phototeva Expeditions, una compagnia specializzata in viaggi fotografici. Dal 2012 Galitz ha guidato 30 volte gruppi di persone nelle isole Svalbard, che distano circa 650 km dal Polo Nord. “È come essere su un altro pianeta, il più lontano e diverso possibile dalla vita quotidiana. – ha detto in un’intervista a Israel21c – Il sole non tramonta. È pieno di ghiaccio e non ci sono alberi. È un deserto più duro del nostro Negev in Israele”. “Il ghiacciaio Bråsvellbreen – ha aggiunto – si sta rapidamente sciogliendo e, con l’aumento delle temperature, la sua acqua di fusione blu brillante contribuisce a far crescere sempre di più il livello dell’oceano. Vedo la differenza anno dopo anno. È catastrofico”.

    Inoltre, Galitz dirige il suo obiettivo verso la spettacolare fauna selvatica dell’Artico: orsi polari, volpi artiche, balene, trichechi, foche. “Mi piace mostrare gli animali perché, per quanto sia possibile relazionarci con un pezzo di ghiaccio, ci leghiamo più facilmente agli enormi e soffici orsi polari, i più grandi predatori terrestri del mondo. – spiega – Quando i ghiacci si sciolgono, gli orsi polari muoiono di fame. Di conseguenza, quando diminuiscono, sappiamo che siamo in pericolo perché gli oceani si stanno alzando. Ironicamente si può dire che è un effetto valanga”. Al ritorno di due spedizioni in Antartide, Galitz racconta a Israel21c: “Anche qui vediamo gli effetti del cambiamento climatico, ma l’Antartide è più protetta dell’Artico. Tuttavia, notiamo molti pezzi delle calotte di ghiaccio antartiche che si stanno rompendo, un processo che sta accelerando negli ultimi anni”.
    Alla notizia della selezione del collega e amico israeliano, Amit Eshel, nella categoria Wildlife & Nature del concorso dei Sony World Photography Awards 2025, ha commentato: “È motivo di orgoglio e onore avere fotografi israeliani in prima linea. Vogliamo mostrare a tutti che gli israeliani non si occupano solo di conflitti e di alta tecnologia. Diamo il nostro contributo al mondo anche in tanti altri contesti”.

    Roie Galitz
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