Il giorno dopo l’assassinio di Mohsen Fakhrizadeh, lo scienziato nucleare freddato da un killer in moto alle porte di Teheran, l’Iran accusa apertamente Israele e gli Stati Uniti e promette “una vendetta adeguata” ma “al momento piu’ opportuno”. A parlare alla nazione sono stati i pesi massimi della Repubblica islamica, il presidente Hassan Rohani e la Guida suprema, l’Ayatollah Ali Khamenei: hanno assicurato di non voler cadere “nella trappola tesa” ma promesso una risposta “a tempo debito”. Intanto Israele ha innalzato al livello massimo l’allerta nelle sue ambasciate nel mondo. Rohani ha accusato l’arcinemico Israele di agire da “mercenario” per gli Stati Uniti e di cercare di creare il caos. Ali Khamenei ha invece chiesto la “punizione degli autori e dei responsabili” dell’omicidio. Entrambi concordano sul fatto che il lavoro dello scienziato, che era a capo del programma nucleare, “non si interrompera’”.
In una lettera all’Onu, la Repubblica Islamica ha chiesto una ferma condanna da parte del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres e del Consiglio di Sicurezza del Palazzo di Vetro; e che vengano prese “le necessarie misure contro chi ha compiuto” l’assassinio. E ha avvertito che l’Iran si riserva il diritto di prendere tutte le misure necessarie per difendere il suo popolo e salvaguardare i suoi interessi. Per ora e’ arrivata la pesante condanna dell’Ue: un portavoce ha parlato di “un atto criminale” e che “contrasta con il principio del rispetto dei diritti umani che l’Unione europea sostiene”.
Gli Stati Uniti avevano sanzionato Fakhrizadeh nel 2008 per “attivita’ e transazioni che hanno contribuito allo sviluppo del programma nucleare iraniano”; e il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, lo aveva descritto come il padre del programma nucleare iraniano. Da Israele intanto ancora nessun commento, ne’ tantomeno conferme.