È possibile ritrovare parenti, o i loro discendenti, di cui si erano perse le tracce durante la Seconda Guerra Mondiale? Grazie al test del DNA da diversi anni è diventato possibile.
A capire le potenzialità del DNA nel cercare di ricongiungere famiglie che si sono divise durante la Shoah, è stato il Center for Jewish History di New York, che grazie al DNA Reunion Project, consente ai sopravvissuti o ai loro figli di richiedere gratuitamente kit per il test del DNA.
A gestire il programma sono due genealogiste, Jennifer Mendelsohn e Adina Newman, che da anni svolgono questo tipo di lavoro. Dall’inizio del progetto nel novembre 2022, sono stati spediti oltre 100 kit di test, con notevoli risultati.
Fino a qualche tempo fa era difficile, se non addirittura impossibile, ritrovare persone attraverso documenti o tracce cartacee, ma grazie all’utilizzo del DNA, preso anche con semplici kit commerciali, è possibile trovare parenti di cui non si sapeva nemmeno l’esistenza.
“La genealogia genetica può essere uno strumento incredibilmente potente per ristabilire legami familiari. – ha affermato Mendelsohn – Molte persone non sono nemmeno consapevoli che può essere utilizzata in questo modo. Pensano che il test del DNA serva solo a scoprire le proprie origini etniche con dei grafici a torta”.
A dare un’ulteriore spinta a questo progetto è stata Ancestry, la più grande società di genealogia a scopo di lucro del mondo, che in occasione del Giorno della Memoria, ha donato oltre 2.500 kit al Center for Jewish History.
“Questa donazione incredibilmente generosa darà a centinaia di famiglie, per molto tempo separate dagli orrori della Shoah, l’opportunità di ristabilire legami familiari con persone che davano per scomparse”, ha dichiarato il presidente Centro, il Dott. Gavriel Rosenfeld. “Con il numero di sopravvissuti che diminuisce con il passare degli anni, questo sforzo genealogico è un dono inestimabile che può aiutare moltissime famiglie a fare chiarezza sul destino dei loro cari”.