Il
presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi, nella conferenza stampa conclusiva
del vertice Ue-Lega araba di Sharm el-Sheikh, ha difeso l’applicazione della
pena di morte in Egitto sostenendo che è radicata nella cultura del paese come
la sua abolizione è cara agli europei. “Voi parlate della pena di morte.
Noi accettiamo quello che volete imporre ai vostri Paesi ma, dal canto nostro,
rifiutiamo che ci imponiate misure”, ha detto Sisi. “Quando una
persona resta vittima di un atto terroristico le famiglie mi vengono a trovare
e mi dicono ‘vogliamo vendetta’”, “fatta dalla legge”:
“tale è la cultura che regge questa regione”, ha aggiunto. “Se
domandassi” ai Paesi europei “di rivedere la loro legislazione e di
reintrodurre la pena di morte, da parte nostra sarebbe non comprendere la loro
società, la loro evoluzione”, ha affermato Sisi. Inquadrando la questione,
il presidente egiziano ha ricordato che l’Egitto, nel corso degli ultimi cinque
anni, è stato vittima di “migliaia di atti terroristici” e che le
“misure per far fronte a questo terrorismo sono
colossali”. “Questa città dove siete ora, Sharm el-Sheikh, con un
solo attentato terroristico si trasformerebbe in una città fantasma” per
“tre o quattro anni” sebbene “ora accolga decine di migliaia di
turisti”, ha notato al-Sisi.
Il presidente egiziano ha quindi
aggiunto: “Non accettiamo lezioni sui diritti
umani” dall’Unione europea, perché arabi ed europei hanno “un senso
dell’umanità, dei valori e dell’etica” diversi, quindi “rispettate i
nostri valori e la nostra etica come noi facciamo con i vostri”. Quindi ha
così concluso:”Abbiamo due culture diverse. La priorità dell’Europa è di
raggiungere e mantenere il benessere per il suo popolo. La nostra priorità è
preservare i nostri Paesi e evitare il collasso, la distruzione e la rovina,
come accade in molti stati vicini”.