Il CDEC – Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea – ha reso noti i risultati di una indagine quantitativa e qualitativa sull’antisemitismo tra gli studenti liceali. La ricerca, svolta sotto la direzione di Betti Guetta, con l’assistenza di Murilo Cambruzzi, ha avuto la finalità di valutare il grado di conoscenza degli ebrei, la presenza di pregiudizi e stereotipi e la memoria della Shoah. Il questionario anonimo, composto da 13 domande chiuse, somministrate su Google Forms, è stato posto ai ragazzi del primo e dell’ultimo anno di due scuole superiori di Roma per valutare se il percorso scolastico possa avere un effetto sulla conoscenza e l’immagine degli ebrei.
Sono pervenute in totale 689 risposte che meritano di essere analizzate in dettaglio. Alla domanda volta a valutare l’empatia degli studenti rispetto ad alcuni gruppi minoritari, possibile bersaglio di ostilità, e al contempo con la finalità di approfondire i sentimenti verso gli ebrei in maniera relativa ossia verso religioni o gruppi “altri”, gli studenti esprimono indifferenza verso la maggioranza dei gruppi. Minore indifferenza riguarda gruppi di maggiore bersaglio, come le persone di colore e quelle omosessuali, spesso oggetto di hate speech e anche di violenza fisica. Il primato dell’antipatia riguarda i rom/sinti (18%), seguiti dalle persone trans (10%). Gli ebrei risultano simpatici al 30% degli intervistati, indifferenti al 67% ed antipatici al 2% con differenze tra le due scuole. Gli ebrei sono più simpatici agli studenti più giovani.
Alla domanda: “Chi sono gli ebrei”, che prevedeva fino a tre risposte, la grande maggioranza degli studenti ha dato risposte corrette: popolo, religione, nazione. Una minoranza (8%) ha indicato risposte negative, critiche o provocatorie quali ad esempio: una setta, una razza, il popolo eletto.
«Da questi dati – commenta Betti Guetta – emerge una buona conoscenza dell’ebraismo tra i ragazzi che hanno partecipato all’inchiesta. Le idee ed opinioni sugli ebrei si sono formate principalmente attraverso la scuola: libri di scuola (55,2%), e insegnanti (47,3%), anche la tv e il cinema hanno svolto una importante funzione informativa e/o di orientamento di opinione (30,5%). Internet e i social media costituiscono una importante fonte di conoscenza (23%)».
Alcune domande del questionario erano volte a misurare la presenza di pregiudizi estereotipi internalizzati dai giovani. L’affermazione circa il potere e l’influenza nel mondo della finanza e della politica mondiale trova il 24% d’accordo, con un picco di 34% al quinto anno del Liceo A. Anche qui un numero elevato di studenti ritiene di non sapere se questa affermazione sia vera (45%).
Il 64% degli intervistati crede che ci sia antisemitismo in Italia, il 20% che questa affermazione sia esagerata.
Alla domanda se l’ostilità verso gli ebrei sia mossa da sentimenti antiebraici o antiisraeliani, il 25% riferisce sentimenti antiebraici, il 5% sentimenti antiisraeliani, e il 30% da entrambi. Su questo argomento ci sono importanti differenze tra le classi, la maggior parte dei ragazzi del primo anno del liceo A (60%), per esempio, non è riuscito ad indicare una “fonte” principale dell’antisemitismo in Italia.
Secondo 9 studenti su 10 è importante che venga ricordata la Shoah e più di 7 su 10 pensano che sia molto importante. Un risultato estremamente positivo ed incoraggiante rispetto al lavoro svolto finora da governi, istituzioni, scuole rispetto al valore della memoria della Shoah.
«Leggendo questi dati nel loro insieme – conclude Betti Guetta – ci sembra che le scuole dedichino molto tempo e sforzo all’insegnamento della Shoah, però emerge anche la necessità di fare conoscere maggiormente chi sono gli ebrei e quali sono i tratti identitari che li distinguono. Potrebbe essere utile dedicare più spazio all’interno del percorso scolastico a studiare l’antisemitismo sia come fenomeno storico che nella società contemporanea».