Quello
dell’Europa con Israele è un “rapporto misterioso” che deve essere
rinnovato sulla base di una migliore comprensione storica e politica dello
stato ebraico. Ne è convinta la giornalista Fiamma Nirenstein che ha anticipato
i contenuti del libro ‘Mission impossible. Repairing the
ties between Israel and Europe’ (pubblicato dal ‘Jerusalem Center for Pubblic
Affair’), presentato a Gerusalemme. Indagine a più voci – e tra gli italiani, oltre Nirenstein
anche l’ex ambasciatore Giulio Maria Terzi e Marco Carrai – il cui senso
“è un’accurata e appassionata ricerca dei motivi per cui la Ue non va
d’accordo con Israele mentre, in realtà, l’uno ha bisogno dell’altro”. Se
i rapporti bilaterali di ogni paese con Israele sono “ottimi”, non è
altrettanto vero per quelli politici e morali tra l’istituzione Ue e Israele che
peraltro hanno un solido scambio economico. “Un paese – ha spiegato
Nirenstein – che appare come ‘perseguitato’ dall’Europa, oggetto di un
persistente rifiuto e di una critica che parte dalla fantasia che se non c’è la
pace con i palestinesi la colpa sia di Israele. E la ragione è individuata
nell’occupazione dei Territori dimenticando – ha proseguito – che quei
Territori Israele ha accettato di restituirli e che sono stati i Palestinesi a
non volerli”. C’e’ poi da parte dell’Europa una pratica del “doppio standard”
oramai – ha sottolineato Nirenstein – “inaccettabile”. “La Ue
pratica per esempio l’etichettatura dei prodotti israeliani che vengono da
Territori, ma non fa lo stesso in diversi casi eclatanti: per la Turchia con
Cipro, per il Marocco con il Sahara e per molti altri”. Il libro “è
un elenco di problemi” ma con l’ambizione di indicare alcune soluzioni
anche perchè Israele e la Ue “sono invece utili l’uno all’altro”.
“In particolare, l’Europa – ha detto Nirenstein – ha bisogno dell’innovazione,
della tecnologia, del know how nella lotta al terrorismo di Israele.
Senza
dimenticare l’immigrazione, con il controllo e l’aiuto dati da Israele ai paesi
africani. Basti pensare cosa farebbe l’Egitto se Israele non lo aiutasse nella
lotta all’Isis nel Sinai”. La Ue – ha detto ancora – ha una maggioranza
“spezzettata” che spesso ritrova compattezza quasi solo su Israele.
“La Mogherini – ha concluso Nirenstein che sta preparando un libro
sull’etica dell’immigrazione – di questo ne ha approfittato, ma è sperabile che
le prossime elezioni europee rappresentino il punto di svolta in questo
rapporto malato”.