Gli Emirati segnano un altro punto per accreditarsi come attore protagonista a livello regionale e internazionale, annunciando l’avvio della prima centrale nucleare del mondo arabo. Pochi giorni dopo aver lanciato la prima sonda su Marte. “Il primo reattore nucleare degli Emirati Arabi Uniti presso la centrale di Barakah è stato acceso con successo”, ha annunciato il rappresentante dell’emirato presso l’Aiea, l’agenzia internazionale per l’energia atomica, simbolicamente in occasione dell’Eid al-Adha, una delle festività musulmane più sentite. “Questa è una pietra miliare per la nazione con una visione impostata alla fornitura di una nuova forma di energia pulita”, ha scritto su Twitter. Ricevendo le “congratulazioni per questo risultato storico” dal primo ministro Mohammed bin Rashid al Maktoum. Anche l’Aiea ha confermato il risultato raggiunto. L’impianto, costruito da un consorzio guidato dalla Korea Electric Power Corporation per 24 miliardi di euro, situato sulla costa del Golfo ad ovest di Abu Dhabi, sarebbe dovuto entrare in funzione nel 2017, ma ha dovuto affrontare una serie di ritardi attribuiti ai requisiti di sicurezza e normativi. Adesso, però, con l’attivazione del primo dei quattro reattori previsti, si apre la strada per l’avvio delle attività, con la produzione di energia elettrica. A pieno regime potrà soddisfare il 25% delle esigenze di tutto il Paese. Gli Emirati Arabi Uniti hanno ingenti riserve di petrolio e gas, ma con una popolazione affamata di energia ha fatto enormi investimenti nello sviluppo di alternative pulite, compreso il solare. Barakah, che significa “benedizione” in arabo, è una novità regionale: l’Arabia Saudita, il principale esportatore mondiale di petrolio, ha dichiarato di voler costruire fino a 16 reattori nucleari, ma il progetto non si è ancora concretizzato. Oltre a generare elettricità a prezzi competitivi, gli Emirati sperano che la centrale nucleare aumenterà il proprio status di hub internazionale, già consolidato sul fronte del turismo e dei servizi bancari. Una strada di modernizzazione che punta a proiettarli come leader regionale nel settore scientifico e tecnologico. Sulla scia del successo conseguito appena 10 giorni fa con il lancio della sonda Al-Amal (Speranza) su Marte, la prima missione spaziale intrapresa da un paese arabo, che dovrebbe raggiungere il ‘pianeta rosso’ a febbraio, in occasione del 50esimo anniversario dell’unificazione degli Emirati. La svolta nucleare degli Emirati può allo stesso tempo creare nuova tensione in Medio Oriente. Il Qatar, aspro rivale dell’emirato e dell’Arabia Saudita, fino ad essere isolato nel Consiglio di Cooperazione del Golfo con l’accusa di legami con l’Iran e di finanziare gruppi terroristici filo-Teheran, ha sempre definito il progetto di Barakah una “flagrante minaccia alla pace e all’ambiente”. In questo contesto, inoltre, qualche analista rileva che “il clima teso nel Golfo rende il nucleare un problema più controverso in questa regione che altrove, poiché la nuova energia offre la capacità di sviluppare e fabbricare armi nucleari”: è il parere di Paul Dorfman, capo del Nuclear Consulting Group, organismo internazionale basato a Londra. La disputa intorno al controverso programma nucleare iraniano ne è la prova. (ANSA).