Roma, 26 apr. (AdnKronos Salute) – Tra il 2010 e il 2017 nel mondo circa 169 milioni di bambini non hanno ricevuto la prima dose di vaccino contro il morbillo (in media 21,1 milioni all’anno), e l’Italia è quinta nella ‘top ten’ dei Paesi ricchi con meno bimbi ai quali è stata somministrata. E’ quanto emerge dai nuovi dati diffusi ieri dall’Unicef, in occasione della Settimana mondiale delle vaccinazioni. Secondo il report dell’Agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia, a livello globale nei primi 3 mesi del 2019 sono stati segnalati più di 110 mila casi di morbillo, in aumento del 300% circa rispetto allo stesso periodo del 2018.
Circa 110 mila persone, molte delle quali bambini – ha riferito l’Unicef in una nota – sono morte a causa del morbillo nel 2017, con un incremento del 22% rispetto all’anno precedente. Due dosi di vaccino contro il morbillo sono essenziali per proteggere i bimbi dalla malattia. Tuttavia, a causa della mancanza di accesso, di sistemi sanitari inadeguati, della noncuranza e in alcuni casi della paura e dello scetticismo sui vaccini, la copertura globale della prima dose di vaccino anti-morbillo nel 2017 era dell’85%, un dato rimasto relativamente costante nell’ultimo decennio nonostante la crescita demografica. La copertura globale per la seconda dose è molto più bassa, pari al 67%.
L’Oms – ha ricordato l’Agenzia – raccomanda una soglia del 95% di copertura vaccinale per raggiungere la cosiddetta immunità di gregge. Secondo gli ultimi dati, nei Paesi ad alto reddito la copertura è del 94% per la prima dose e del 91%per la seconda. Gli Stati Uniti sono in cima alla classifica dei 10 Paesi ricchi con il maggior numero di bambini (oltre 2,5 milioni) che non hanno ricevuto la prima dose di vaccino tra il 2010 e il 2017. Seguono Francia e Regno Unito, con oltre 600 mila e 500 mila bimbi non vaccinati nello stesso periodo. L’Italia è al quinto posto con 435.000.
Nei Paesi a basso e medio reddito la situazione è critica, ha avvertito l’Unicef. Nel 2017, per esempio, la Nigeria aveva il numero più alto di bambini minori di 1 anno che non avevano ricevuto la prima dose di vaccino, circa 4 milioni, seguita da India con 2,9 milioni, Pakistan e Indonesia con 1,2 milioni ciascuno ed Etiopia con 1,1 milioni. E i livelli di copertura mondiale per la seconda dose di vaccino contro il morbillo sono anche più allarmanti. Dei 20 Paesi con il maggior numero di bambini non vaccinati nel 2017, 9 non hanno introdotto la seconda dose. Venti Paesi dell’Africa subsahariana non hanno introdotto la seconda dose necessaria nel programma nazionale di vaccinazione, esponendo oltre 17 milioni di neonati all’anno a un rischio più alto di morbillo durante la loro infanzia.
La crescita del numero di bambini non vaccinati, ha precisato l’Agenzia, ha creato le condizioni per i focolai di morbillo che oggi colpiscono diversi Paesi del mondo. “Il terreno per le epidemie di morbillo cui stiamo assistendo oggi è stato gettato anni fa – afferma Henrietta Fore, direttore generale dell’Unicef – Il virus del morbillo troverà sempre bambini non vaccinati. Se vogliamo seriamente evitare la diffusione di questa pericolosa ma prevenibile malattia, dobbiamo vaccinare ogni bambino, sia nei Paesi ricchi che in quelli poveri”. “Il morbillo è ancora troppo contagioso”, ammonisce ancora Fore. “E’ importante non solo ampliare la copertura, ma anche mantenere i tassi di vaccinazione alle dosi più adatte per creare un ombrello di immunità per tutti”.
L’Unicef, con i suoi partner tra cui la Measles and Rubella Initiative e la Gavi, the Vaccine Alliance, sta intervenendo in questa crisi contro il morbillo: negoziando il prezzo del vaccino (il costo del vaccino contro il morbillo è ai minimi storici); aiutando i Paesi a identificare le aree e i bambini non raggiunti: procurando vaccini e altri kit per le vaccinazioni; supportando campagne supplementari per la vaccinazione per colmare le lacune nelle campagne di vaccinazione di routine; lavorando con Paesi interessati a introdurre la seconda dose di vaccino per il morbillo nel programma nazionale di vaccinazione (Camerun, Liberia e Nigeria sono sulla buona strada per farlo nel 2019); introducendo innovazioni come l’uso di pannelli solari e tecnologie mobili per mantenere i vaccini alla giusta temperatura.