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    Mizvah Day 2023: 41 paesi e 55mila volontari nel segno del Tikun Olam e dell’upcycling

    È in corso di svolgimento il Mitzvah Day, giornata internazionale di dedicata alle mitzvot, quest’anno finalizzata, anche in Italia, a promuovere azioni tangibili dedicate a Israele, alle famiglie dei rapiti, di chi ha perso familiari o amici nei massacri di Hamas del 7 ottobre.

    Ideato nel 2000 in Gran Bretagna da Laura Marks, che poco dopo si trasferì con la sua famiglia da Londra a Los Angeles, il Mitzvah Day, anno dopo anno è divenuto un appuntamento internazionale che coinvolge oltre 55.000 volontari che donano il proprio tempo e contribuiscono a dare un valore aggiunto alle attività delle comunità, delle organizzazioni internazionali ebraiche e degli enti. 

    A Los Angeles il Temple Israel di Hollywood propose un primo progetto dedicato ai pazienti di una casa di cura coreana offrendo una giornata di musica per allietare i bambini malati.

    Nel 2018 il Mitzvah Day ha lanciato il Chicken Soup Challenge: per l’occasione venne siglata una collaborazione con Muslim Aid e fu stabilito il record mondiale di 5.000 porzioni di zuppa di pollo distribuite in un solo giorno a senzatetto e indigenti, con l’impegno di cuochi di ogni religione, residenti in tutto il Regno Unito, nella preparazione di versioni kasher, halal e vegane.

    Durante la pandemia il Mitzvah Day non si è fermato: sulle varie piattaforme, celebrità come Maureen Lipman e Hugh Dennis hanno condotto sessioni online proponendo corsi per realizzare, dal cibo alle mascherine, al bricolage agli stencil, per intrattenere persone di ogni età nelle case e negli ospedali.

    Dall’Ucraina al Sud America al Sud Africa, alla Repubblica Ceca, alla Slovacchia, al Brasile, in 41 Paesi il messaggio di quest’anno è legato al Tikun Olam e sintetizzato nella frase: “Ripariamo il mondo e prendiamoci cura delle persone che ci circondano”. I progetti coinvolgono anche attività artistiche, artigianali e talvolta decisamente creative e originali come la realizzazione di giocattoli per animali abbandonati, centri di soccorso per cani randagi, visite a musei o luoghi culturali ebraici per persone con ogni tipo di disabilità, progetti ecologici come la piantumazione di alberi e la raccolta di rifiuti in aree degradate, progetti di dialogo interreligioso, di raccolta cibo per i banchi alimentari, raccolta di capi di abbigliamento, di cancelleria, cucine per senzatetto. Particolare diffusione nelle recenti edizioni ha avuto l’upcycling, il recupero migliorativo, noto anche come riuso creativo, in cui i partecipanti hanno elaborato processi di trasformazione di sottoprodotti, materiali di scarto, prodotti inutili o indesiderati in nuovi materiali o prodotti percepiti come di maggiore qualità, come valore artistico o valore ambientale. A differenza del recycling o riciclo, l’upcycling non riduce il valore del vecchio, dello scarto ma dà ad esso nuova vita, ricorrendo ad un design intelligente che rende il prodotto più interessante dal punto di vista economico, estetico, emotivo e funzionale.

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