Si sono aperti i lavori dell’annuale convention dell’European Jewish Association (EJA), la conferenza paneuropea che raduna i leader delle diverse union per discutere sulle principali sfide che gli ebrei in Europa si trovano ad affrontare.
L’EJA è tra le più grandi associazioni ebraiche del mondo: il suo scopo è quello di sostenere la libertà di religione e combatte l’antisemitismo, attraverso la sua vasta rete di sostegno tra i leader europei, interreligiosi, parlamentari e diplomatici.
Ospitata nel nuovo European Judaism Centre di Parigi, la convention di quest’anno, organizzata in collaborazione con il Concistoro Centrale Israelita di Francia, ha come tema “Gli ebrei in Europa: Uniti per un futuro migliore”, a seguito dei numerosi episodi antisemiti che si sono verificati negli ultimi tempi, incrementando così l’odio e la xenofobia, che rievocano fantasmi del passato; bisogna allora unirsi nella lotta contro l’antisemitismo, e costruire insieme l’Europa in cui vivranno le prossime generazioni.
Parlare di antisemitismo non è una novità, così come non è una novità che determinati atti verso una minoranza si ripropongano: basti pensare ai numerosi attacchi antisemiti di cui sono state protagoniste proprio le Comunità Ebraiche francesi negli ultimi anni: l’attentato a Tolosa del 2012, l’attentato nel 2015 al supermarket kasher di Parigi, per non parlare di eventi più recenti che si sono verificati in Germania, come l’attentato alla Sinagoga di Halle dello scorso ottobre.
Combattere l’antisemitismo dunque non è più soltanto un monito, è quanto mai imperativo, così come educare le giovani generazioni, e coinvolgere i membri delle Comunità, affinché siano uniti nella vita comunitaria e pronti a contrastare ogni episodio razzista e xenofobo.
Sicurezza delle Comunità, Delegittimazione di Israele e Antisemitismo in Europa: queste le tematiche della prima giornata dei lavori della EJA Convention, introdotta dai saluti istituzionali di Rabbi Menachem Margolin, Presidente dell’European Jewish Association, Mr. Joël Mergui, Presidente del Concistoro Centrale di Francia, Rabbi Slomo Köves, Presidente dell’Action and Protection League, Anne Hidalgo Sindaco di Parigi, Stefania Giannini Vice-direttore generale dell’UNESCO e Talya Lador-Fresher, Direttore aziendale di Israele verso la Francia.
Tra gli oratori del primo Panel Riccardo Pacifici, che ha esordito raccontando in che modo la Comunità Ebraica di Roma affronta il tema della protezione dell’antisemitismo, grazie soprattutto alla collaborazione con le forze dell’ordine e con l’esercito italiano: “L’attentato alla Sinagoga di Roma del 1982 ha cambiato il nostro modo di pensare: non c’è una sinagoga, un palazzo o una scuola in Italia in cui non c’è la sicurezza della polizia: è un grosso investimento per l’Italia, e noi possiamo contare su un grande gruppo di volontari che aiuta la polizia con i controlli: ne è un esempio il grande impegno che c’è stata lo scorso venerdì in occasione della visita del Presidente Mattarella”, racconta Pacifici. “In tutte le Comunità è importante l’identità: e nella nostra abbiamo una grande coesione di persone diverse che collaborano per il bene della Comunità stessa: siamo fieri del nostro ebraismo e fieri di poter andare in giro con le kippot”.
A concludere il primo dibattito un intervento di Milena Santerini, Coordinatore Nazionale per la Lotta contro l’Antisemitismo.
La giornata è poi proseguita con una serie di panel e di interventi relativi al tema della protezione e della difesa, per poi concludersi con la cena di Gala nel salone del European Judaism Centre.
L’educazione è stato invece il tema dominante della seconda giornata dei lavori della EJA Convention: l’educazione e la preparazione dei giovani come strumento per combattere l’antisemitismo, e l’importanza di coinvolgere i ragazzi nella vita comunitaria per fare di loro i leader di domani.
Un grande interesse generale intorno al panel moderato da Oliver Bradley dal titolo: “Engaging Youth: Ensuring a European Jewish Future”, a cui hanno preso parte i maggiori responsabili e coordinatori dell’ebraismo giovanile europeo, tra cui Simone Santoro, Presidente dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia: “Dobbiamo provvedere a questo sentimento di reciproco bisogno, alla possibilità di condividere le nostre opinioni e il nostro diverso background, in base al rispetto e al dialogo reciproco, soprattutto in un era in cui il dialogo è meno intenso, dal momento in cui comunichiamo tra noi dietro uno schermo, ed è un fenomeno che sta crescendo” ha detto Simone. “Mese dopo mese, anno dopo anno abbiamo la percezione che il dialogo sia il mezzo per cambiare non le opinioni, ma il background, perché, sì siamo ebrei, ma siamo diversi l’uno dall’altro: abbiamo una diversa idea di educazione, di istruzione, diverse visioni politiche, perciò vediamo la cose in maniera diversa, ma abbiamo ancora molto in comune. Questa è la nostra prima politica, ciò che noi cerchiamo di attuare quest’anno: il lavoro è duro e abbiamo bisogno di tempo per provvedere, ma è cruciale: possiamo avere idee e obbiettivi diversi, ma abbiamo ancora bisogno di focalizzarci su cosa ci rende un popolo e dobbiamo farlo ora, soprattutto è importante che ciascuna comunità europea interagisca e che si conosca la storia e l’identità l’una dell’altra”.
Coinvolgimento, ma soprattutto preparazione delle nuove generazioni, senza però tralasciare i giovani adulti: è importante anche il coinvolgimento dei ragazzi della fascia d’età tra i 35 e i 40 anni, come suggerisce Nina Tojzner, Direttore della Jewish Youth Federation in Svezia, che hanno molte buone idee e tempo da dedicarvi, quando i giovani neodiplomati che si affacciano al mondo del lavoro, scelgono di andar via e non vogliono partecipare alla vita comunitaria.
L’EJA Convention perciò non è soltanto un forum di discussione, ma l’obbiettivo è quello di ideare delle raccomandazioni e soluzioni pratiche, proprio per questo l’iniziativa ha visto la partecipazione di presidenti di concistori e delle comunità ebraiche stesse, al fine di assicurare la comunicazione con la Commissione Europea e con i governi nazionali degli Stati membri dell’UE.