“Quando abbiamo scavato, sembrava potesse essere un frammento di una capanna di legno. Tuttavia, dopo aver rimosso gli strati successivi di terra, si è scoperto che era un mikveh”. Così descrive l’archeologo Grzegorz Mądrzycki sul giornale polacco The First News i momenti dell’eccezionale scoperta avvenuta in Polonia, nella città di Oświęcim (nome polacco di Auschwitz) di un mikveh, ovvero un bagno rituale ebraico, del XVIII o XVII secolo.
Il mikveh in legno è stato scoperto a gennaio vicino al Great Synagogue Memorial Park accanto ad un cantiere di un parcheggio sotterraneo. Tomasz Kuncewicz, direttore del museo ebraico locale, ha affermato che il mikveh potrebbe risalire al primo periodo dell’insediamento ebraico a Oświęcim. Gli ebrei si stabilirono lì intorno alla metà del XVI secolo e chiamarono la città Oszpicin.
In Polonia i mikveh in genere formavano un unico complesso insieme ad altri edifici religiosi ebraici, come quello di Oświęcim, che si trova vicino alla sinagoga più grande della città, non lontano dal fiume Soła.
A quanto dicono gli esperti, il bagno rituale sarebbe stato trovato in un ottimo stato di conservazione. Lo storico dell’architettura Ryszard Głowacki ha dichiarato: “Questo ritrovamento ha un valore storico e architettonico unico […] Non ricordo di aver mai incontrato prima una traccia simile dell’insediamento di una comunità ebraica in Polonia”.
Il giornale polacco riporta anche il possibile legame del mikveh con una storia chassidica, secondo la quale tre grandi tzaddikim del XVIII secolo, si incontrarono a Oswiecim durante il loro viaggio. Uno tra loro, secondo la storia, dormì in un piccolo bagno rituale, che potrebbe essere quello ritrovato.