Le religioni si uniscono per ripartire finalmente tutti insieme come un unico corpo. Si è svolta infatti ieri la cerimonia di inaugurazione di “Popoli fratelli, terra futura. Religione e culture in dialogo”, per il XXXV appuntamento internazionale interreligioso promosso e organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, fondata da Andrea Riccardi. Un mondo ancora fragile, uscito estremamente provato dalla pandemia. Il progetto dell’annuale incontro è infatti quello di ripartire, dopo la pandemia e i grandi cambiamenti che ha provocato, impegnandosi a farlo tutti insieme indipendentemente dalla propria religione, come una famiglia. “Mentre usciamo lentamente dai nostri nascondigli su “Zoom”, dai nostri bunker e dal culto dell’io, e torniamo alla vita pubblica e comunitaria – ha detto il rabbino Pinchas Goldschmidt, ospite e presidente della Conferenza dei rabbini europea – dovremmo coltivare la nostra interdipendenza e comunanza umana. Il nuovo mondo che si sta sviluppando dopo questa pandemia”, ha proseguito Goldschmidt “dovrebbe imparare da Caino e Abele, i primi due fratelli, che la nostra relazione con D. non può essere solo individuale ed esclusiva, ma deve includere i nostri simili, uomini e donne”.
Questo pomeriggio, si è invece svolta, all’interno della sinagoga spagnola di Roma, la preghiera conclusiva per la pace alla presenza del Rabbino Capo di Roma, Riccardo Shmuel Di Segni, della Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello, dei Rabbini della Comunità e dei volontari delle sinagoghe della città. Il momento di raccolta si è svolto contestualmente alle altre religioni. Alla preghiera sono intervenuti il Rabbino Pinchas Goldschmidt e altri ospiti, tra cui Milena Santerini, politica, docente italiana e coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo. “Questo è un momento di incontro e dialogo molto importante per creare una pace vera, tra i popoli e i paesi. Una pace favorita dalla fede e oggi dalla preghiera comune” ha detto Santerini.