L’Agenzia Ebraica si sta preparando alla possibilità che la Russia chiuda definitivamente gli uffici dell’organizzazione, e quindi interrompere le sue attività sul campo. Venerdì prossimo, un tribunale di Mosca esaminerà il caso del governo russo contro la Sochnut. Il ministero della Giustizia russo infatti ha chiesto la sospensione di tutte le attività dell’Agenzia ebraica nel Paese, accusando l’organizzazione di raccogliere illegalmente informazioni sui cittadini russi.
L’Agenzia ha circa 200 dipendenti in Russia e tre shluchim (emissari) israeliani a tempo pieno, il cui contratto è scaduto durante l’estate e che non dovrebbero tornare in Russia, sicuramente non a pieno regime. “Stiamo esaminando tutte le opzioni”, ha affermato un funzionario dell’Agenzia Ebraica, che tuttavia non prevede la chiusura imminente.
“L’Agenzia Ebraica gestirà tutto il suo lavoro sull’aliyah da Israele, online o per telefono” ha aggiunto la fonte. “Il problema è che non ci sarà modo di incoraggiare l’ aliyah dalla Russia”.
Tuttavia, “l’agenzia non ha intenzione di chiudere le sue attività e lasciare la Russia. – ha sottolineato il funzionario – Ci adatteremo ai requisiti della legge russa e opereremo nel suo quadro, ma continueremo a essere presenti e operare in Russia, per quanto legalmente possibile per noi”.
Martedì il presidente israeliano Isaac Herzog ha avuto un colloquio telefonico con il presidente russo Putin. Una telefonata descritta dall’ufficio di Herzog come “franca e onesta”.I due presidenti hanno discusso delle varie questioni bilaterali tra i due paesi, delle sfide dell’ebraismo della Diaspora e ovviamente della crisi in corso riguardo la chiusura dell’Agenzia Ebraica.
Malgrado tutto ciò che sta accadendo con la Sochnut, le altre organizzazioni ebraiche presenti sul territorio non hanno ancora manifestato l’intenzione di voler lasciare la Russia.