Durante il weekend si è tenuto il primo e-Summit of European Jewish Leaders, organizzato dall’ECJC – European Council of Jewish Communities e dal JDC – Joint Distributiion Committee. Questo evento virtuale, unico nel suo genere, si è tenuto dal tardo pomeriggio di sabato fino alla sera di lunedì.
Domenica pomeriggio, in contemporanea con altri panels che era disponibile seguire sul portale messo a disposizione dall’ECJC, si è tenuto un incontro dal titolo “The Future of Europe’s Jews – The Demographic Data” tenuto dal Dott. Jonathan Boyd del JPR, l’Institute for Jewish Policy Research, un’organizzazione di ricerca, consulenza e think-tank con sede a Londra.
Boyd che fa parte dell’European Jewish Demography Unit, ha presentato la ricerca realizzata dal Professor Sergio Della Pergola e dal Dott. Daniel Staetsky.
Il Dott. Boyd ha fatto presente come ci sia un costante declino in termini numerici della presenza ebraica in Europa, che è passata in 150 anni dall’88% (nel 1880) della popolazione ebraica in Occidente, all’attuale 9% (nel 2020). Le cause di questo declino secondo lo studio sono quattro: la migrazione dall’Est Europa per motivi economici e per scappare dalle persecuzioni (i pogrom), che ha portato le varie comunità ebraiche a scappare soprattutto verso l’America. Un’altra causa è stata sicuramente la Shoah, che ha visto morire metà della popolazione ebraica in Europa. Un’altra causa che ha portato alla scomparsa dell’Ebraismo nell’Est, sono state le persecuzioni del regime sovietico, il quale in alcuni casi ha fatto perdere l’identità ebraica e in altri ha portato ad emigrare da territori ostili. L’ultimo motivo di questo declino è la migrazione in Israele, in tre differenti ondate: nel 1948, dopo il ’67, e negli anni Novanta. In corrispondenza di queste tre ondate si è registrato un aumento della popolazione ebraica israeliana. In termini numerici la popolazione ebraica in Europa dal 1970 al 2020 è diminuita del 59%.
“Abbiamo disegnato una serie di cerchi concentrici, all’interno del quale fanno parte sei diverse definizioni di ebreo” ha spiegato Boyd, quello più interno viene chiamato “Affiliated”, ovvero quella fetta di popolazione che appartiene ad organizzazioni, come per esempio le comunità ebraiche, fino ad arrivare a quella più esterna: “Law of Return population” e “Distant population”. Nel primo caso, sono tutte quelle persone che hanno possibilità di avere la cittadinanza israeliana secondo la legge del ritorno, mentre nel secondo caso, è tutta quella fetta di popolazione che in qualche modo si sente connessa con l’ebraismo.
Dopo aver mostrato e descritto i diversi dati, ha voluto presentare anche il metodo statistico utilizzato per l’analisi, quindi: le morti e le nascite, le emigrazioni e le immigrazioni, chi entra a far parte del popolo ebraico e chi si allontana. Nei dati presentati, si nota in paesi come la Gran Bretagna e l’Austria, come dagli anni Settanta in poi ci sia un trend positivo con più nascite rispetto ai decessi. Per quanto riguarda la migrazione in Israele invece, dopo una crescita dal 2010 al 2015, negli ultimi cinque anni si è vista una netta diminuzione delle emigrazioni verso lo stato ebraico, infatti altri rivelano come la volontà degli ebrei di varie nazionalità sia di rimanere nel proprio paese, con percentuali oltre l’85%.
Come ha sottolineato Boyd, quello che può portare al declino dell’ebraismo europeo sono “le nostre decisioni personali, perché sono proprio queste che influenzano il futuro delle comunità”. Dopo aver citato Paul Kriwaczek e il suo saggio “Yiddish Civilisation: The Rise and Fall of a Forgotten Nation”, che parla della grandezza della popolazione Yiddish, ha ricordato l’importanza di altri studi statistici realizzati negli ultimi anni, i quali possono portare sulla giusta strada la pianificazione comunitaria. Tra questi da citare il sondaggio FRA, realizzato dalla Commissione Europea per fare un quadro della situazione negli stati dell’Unione Europea e di conseguenza combattere l’antisemitismo, quello realizzato dalla Lauder Chabad Jewish School a Vienna, con il quale sono state fatte delle proiezioni sulle nascite in funzione dei futuri miglioramenti da apportare al campus, e lo studio sull’elevata mortalità della comunità ebraica inglese, al fine di migliorare la gestione della pandemia a livello comunitario.
Alla fine dell’incontro è stato dato il link dove è possibile scaricare lo studio statistico:
https://www.jpr.org.uk/documents/JPR_2020.Jews_in_Europe_at_the_turn_of_the_Millennium.pdf