Per diventare cittadini tedeschi sarà richiesto di dichiararsi fedeli ai valori democratici e riconoscere il diritto di Israele ad esistere. È questa la decisione presa dal cancelliere Olaf Scholz che arriva dopo i risultati alle elezioni europee e alla luce dei disordini nelle piazze e nelle università contro lo Stato ebraico.
A partire dal 2021, la Germania ha ridotto i tempi per ottenere la cittadinanza a cinque anni, ma ha reso necessario sostenere test linguistici e culturali. Tuttavia l’attentato di Mannheim, dove un poliziotto ha perso la vita alla fine di maggio, ha spinto il governo Scholz a inasprire la legge per l’ottenimento della cittadinanza, aggiungendo così delle domande sull’antisemitismo, il diritto di Israele di esistere e sulla vita ebraica in Germania. I neocittadini tedeschi, inoltre, dovranno dimostrare il loro sostegno all’uguaglianza di genere e alla democrazia e dovranno rispondere a domande sulle responsabilità e sui crimini dei nazisti nei confronti del popolo ebraico.
Nei giorni scorsi, il responsabile per la lotta all’antisemitismo, Felix Klein, ha parlato di un “catastrofico” aumento i casi di violenza contro gli ebrei in Germania, basandosi sui dati dell’ultimo Rapporto annuale sui crimini d’odio contro gli ebrei. Nel 2023, secondo l’Ufficio per la ricerca e l’informazione sull’antisemitismo (Rias), sono stati 4.782 i reati contro gli ebrei commessi in territorio tedesco, con un incremento dell’83% su base annua.
Il governo tedesco ha deciso di inasprire anche le regole per le espulsioni, previste per chi “sostiene, saluta e glorifica” atti terroristici. La sanzione passa anche sui social, basterà, infatti, un solo “like” su post che inneggiano al terrorismo, per essere espulsi dalla Germania.