Gli Emirati Arabi Uniti (Eau) hanno formalmente messo fino al boicottaggio d’Israele, autorizzando i propri cittadini ad avere rapporti d’affari e commerciali con questo paese, con il quale hanno ormai normalizzato i rapporti. Il decreto emesso ieri dal presidente degli Emirati, Khalifa bin Zayed Al Nahyan, abolisce la relativa legge del 1972, che comprendeva pene per chi violava il boicottaggio, ha reso noto l’agenzia stampa ufficiale Wam. “Il decreto s’inquadra negli sforzi degli Eau per ampliare ed estendere i rapporti diplomatici e di cooperazione commerciale con Israele, e tracciare una via per una cooperazione congiunta, verso relazioni bilaterali attraverso lo stimolo di crescita economica ed innovazione tecnologica”, riferisce la Wam. Israele ed Emirati hanno annunciato la normalizzazione dei rapporti lo scorso 13 agosto. Si tratta del terzo paese a fare la pace con Israele dopo Egitto e Giordania.
Il boicottaggio di Israele, che appare ormai un’arma sempre piu’ scarica, viene gestito da un ufficio speciale della Lega araba con sede a Damasco, e prevede che i membri dell’organizzazione (attualmente 22 Paesi ed organismi del Medio Oriente e del Nord Africa) non abbiano rapporti economici o scambi commerciali con Israele. Nel tempo il tentativo di boicottare lo Stato ebraico ha assunto forme sempre più rigide colpendo le aziende straniere che fanno affari con Israele e addirittura anche le imprese che fanno affari con altre che a loro volta hanno rapporti commerciali con Israele. In realta’ il boicottaggio e’ sempre stato applicato in modo sporadico e ambiguo. Nel tempo si sono sfilati l’Egitto (1979), l’Autorita’ palestinese (1993) e la Giordania (1994) in seguito a trattati di pace o ad accordi bilaterali. Mauritania, Algeria, Marocco e Tunisia non lo attuano e lo stesso Consiglio di cooperazione degli Stati arabi del Golfo (GCC), di cui gli Emirati fanno parte, nel 1996 ha riconosciuto che l’eliminazione totale del boicottaggio e’ un passo necessario per la pace e lo sviluppo economico della regione.