In vista dell’anniversario della rivoluzione egiziana contro Hosni Mubarak, che cade il 25 gennaio, le autorità egiziane hanno imposto limitazioni alla vendita di gilet gialli per il timore che l’opposizione possa emulare le proteste che hanno scosso la Francia nelle ultime settimane. Come riporta il sito del ‘Guardian’, i commercianti all’ingrosso egiziani di dotazioni di sicurezza non potranno vendere i gilet ai compratori occasionali, mentre potranno farlo alle aziende verificate e solo dopo aver ottenuto il permesso dalla polizia. I funzionari hanno spiegato che i trasgressori saranno puniti, senza precisare in che modo. Sei rivenditori in un’area del centro del Cairo dove sono concentrati negozi di dotazioni di sicurezza hanno dichiarato di non vendere più gilet gialli, sottolinea il quotidiano britannico. Due hanno rifiutato di venderli, senza dare spiegazioni, mentre gli altri quattro hanno precisato di essere stati avvisati dalla polizia.
“Sembra che non vogliano che nessuno faccia (in Egitto, ndr) ciò che stanno facendo in Francia”, ha detto un rivenditore a condizione di anonimato. “La polizia – ha affermato un altro – è venuta qui qualche giorno fa e ci ha detto di smettere di venderli. Quando abbiamo chiesto perché, hanno detto che stavano agendo su istruzioni”. Responsabili della sicurezza egiziani hanno precisato che il divieto rimarrà in vigore fino alla fine di gennaio, aggiungendo che questa settimana gli importatori e i commercianti all’ingrosso di dotazioni di sicurezza sono stati convocati per una riunione con funzionari della polizia al Cairo e sono stati informati delle nuove disposizioni. La decisione, evidenzia il ‘Guardian’, mostra quanto siano profondi i timori del governo egiziano per la tenuta della sicurezza nel Paese. Negli ultimi due anni le autorità, in occasione dell’anniversario della rivoluzione, hanno blindato la capitale con poliziotti e militari, impedendo manifestazioni per ricordare l’evento. Negli anni precedenti decine di persone rimasero uccise o ferite negli scontri con le forze di sicurezza. (Rak/AdnKronos)