E’ in preparazione un documento interreligioso
cattolici-ebrei in materia di fine vita, “con riferimento particolare al
pericolo di legalizzare l’eutanasia e il suicidio medico assistito, anziché
garantire le cure palliative e il rispetto completo della vita che è dono di
Dio”. E’ quanto si legge nella dichiarazione congiunta della Commissione
della Santa Sede per i rapporti con l’Ebraismo e del Gran Rabbinato di Israele,
firmata al termine della riunione della commissione bilaterale e dell’udienza
con Papa Francesco, in occasione della Giornata universale del bambino indetta dall’Onu.
Nella dichiarazione congiunta stilata in Vaticano,
si afferma tra l’altro che “la Commissione bilaterale ha dedicato le sue
riflessioni al tema della dignità umana, con speciale riferimento ai bambini.
La Commissione ha apprezzato i significativi progressi nella società moderna
riguardo al tema dei diritti umani, che hanno trovato espressione nella Dichiarazione Universale
dei Diritti dell’Uomo e, in particolare, nella Convenzione del 1989 sui Diritti
del Bambino. Tali principi di inviolabilità della vita umana e
dell’inalienabile dignità umana della persona trovano piena espressione nella
relazione tra l’individuo e il Divino e
tra l’individuo e il suo prossimo, il che implica il dovere di realizzare
questa relazione nella dimensione sociale”. In particolare, si sottolinea
che “abbiamo uno speciale dovere verso i membri più deboli delle nostre
comunità e in particolare verso i bambini, garanti delle future generazioni,
che non sono ancora in grado di esprimere tutte le loro potenzialità e di
difendersi da soli”. Inoltre, “il rispetto della dignità personale
dei bambini deve inoltre esprimersi con l’offrire loro un’ampia serie di stimoli
e strumenti per sviluppare le loro capacità di riflessione e di azione. E’
necessario che i bambini non soltanto si sentano oggetto di attenzione
appropriata e amorevole, ma altresì che essi vengano impegnati attivamente, in
modo tale che le loro potenzialità cognitive e pratiche siano
sviluppate”. Prosegue il
documento: “La società nel suo complesso, ma in particolare i genitori, gli insegnanti e le
guide religiose, hanno una speciale responsabilità nella maturazione morale e
spirituale dei bambini. Tutto ciò esige di astenersi da qualsivoglia strumentalizzazione dell’altra persona, la
cui dignità dovrebbe sempre essere considerata come un fine in sé e per
sé”. (Bon/AdnKronos)