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    NEWS

    Danny Ottolenghi Sanders, da Roma ad Atlanta per combattere l’antisemitismo nelle Università americane

    Danny Ottolenghi Sanders è consigliere del WUJS, l’Unione Mondiale degli Studenti Ebrei; lo scorso anno è stato consigliere UGEI, è italoamericano, vive ad Atlanta e nelle prossime settimane saprà in quale università sarà stato accettato per conseguire il dottorato in legge.

    Cosa è il WUJS?
    È l’organizzazione che rappresenta e dà voce ai giovani ebrei di tutto il mondo, con sede in Israele. Riunisce anche i rappresentanti delle associazioni studentesche ebraiche che operano in tutto in oltre 50 paesi.

    Quale situazione hanno dovuto fronteggiare gli studenti americani durante le violente ondate di odio nei campus americani nei mesi successivi al pogrom del 7 ottobre 2023?
    Hanno temuto per la loro incolumità, sono stati presi di mira per la loro identità ebraica. L’inaccettabile campagna antisemita si è diffusa a macchia d’olio. Alcuni esempi di quanto accaduto sono eloquenti per far capire il contesto inconcepibile che non è migliorato nei mesi a seguire. Alla New York University, un’università che ospita il 12% di studenti ebrei, risuonava un potente messaggio del presidente dell’Ordine degli avvocati dell’ateneo in cui affermava: “solidarietà incrollabile e inflessibile con il popolo palestinese nella sua coraggiosa lotta contro l’oppressione, nella sua ricerca della libertà e dell’autodeterminazione”. Alla Rutgers University del New Jersey, dove sono iscritti 7mila studenti ebrei e israeliani, un anonimo studente ha utilizzato l’app YikYak per postare un messaggio agghiacciante: “Manifestanti palestinesi, c’è un israeliano all’AEPI (la confraternita ebraica, n.d.r.),andate a ucciderlo”. La situazione è ulteriormente peggiorata e l’università ha punito studenti ebrei che sono intervenuti per contrastare l’antisemitismo. Nel campus dell’UCLA, l’università di Los Angeles, 2.500 studenti ebrei su una popolazione universitaria di 48.000, hanno assistito sgomenti alla sfilata di loro compagni di studio che inneggiavano: “Intifada Intifada, Intifada Intifada”, senza aver poi ottenuto la minima condanna dell’amministrazione universitaria. A Harvard, dove gli studenti ebrei costituiscono il 10% del corpo studentesco, una dichiarazione congiunta approvata da 34 gruppi studenteschi ha aspramente criticato il governo israeliano, attribuendo la colpa della guerra a Israele e definendo Gaza “una prigione a cielo aperto”. Forse la più vile è stata la protesta pro-Palestina di Filadelfia, in cui tal Michael Wilson ha preso la parola e iniziato il suo discorso, sostenuto dal pubblico, con frasi vergognose quali: “Penso che dovremmo tutti fare un applauso in questo momento ad Hamas per un lavoro ben fatto”.

    Il presidente Trump vuole combattere l’antisemitismo Tra le sue prime decisioni c’è stata la firma di un ordine esecutivo per revocare i visti degli studenti universitari non statunitensi che abbiano partecipato alle manifestazioni contro Israele. Cosa pensa?
    Auspico di assistere presto ad un miglioramento della situazione nei campus. Siamo all’inizio del II semestre universitario, fino ad ora nelle università più vicine a dove vivo assistiamo ad una fase di calma apparente. Temo che la situazione possa nuovamente infiammarsi in seguito a decisioni percepite dagli studenti come discriminatorie. Occorre identificare le persone che inneggiano all’odio razziale e comprendere se sono realmente studenti o esterni che fomentano come è accaduto in passato alla NYU.

    Il Dipartimento dell’Istruzione degli Stati Uniti ha annunciato l’apertura di indagini sui casi di antisemitismo in cinque università: Columbia University, Northwestern University, Portland State University, University of California, Berkeley e University of Minnesota, Twin Cities. Ritiene produrranno effetti significativi?
    Columbia University è già stata oggetto di tre indagini sotto l’amministrazione Biden tra novembre 2023 e maggio 2024, ma nulla è trapelato come pure non si hanno ancora conferme sulle inchieste a seguito delle segnalazioni di discriminazioni avvenute alla Portland State University il 15 agosto 2024. Certo noi non possiamo e non vogliamo accettare di rivedere una recrudescenza delle manifestazioni di odio del 2024.

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