I discorsi che incitano all’odio razziale e il populismo xenofobo hanno continuato a incidere sul clima politico europeo anche nel 2018: questo l’allarme rilanciato dall’Ecri, la commissione contro il razzismo e la discriminazione del Consiglio d’Europa. Nel rapporto pubblicato la scorsa settimana, l’Ecri evidenzia che “le crescenti paure dei cittadini nei riguardi della situazione economica e dei cambiamenti geopolitici e tecnologici sono state sfruttate da chi usa come capi espiatori migranti e minoranze, e in particolare dai politici populisti che mirano a dividere le società su linee nazionali, etniche e religiose”. Questa pratica, sottolinea l’Ecri, è seguita “non solo da frange politiche, ma ha guadagnato sempre maggiore spazio anche nei partiti più tradizionali e nei governi nazionali, un fenomeno fonte di grande preoccupazione”. “Le ideologie basate su una presunta incompatibilità tra gruppi di nazionalità, etnia e religione diversa sono pericolose per le società inclusive e per il principio di tolleranza su cui si fondano le società democratiche europee” dice l’Ecri, che “mette in guardia contro l’approccio ‘noi verso loro’ sia in politica sia nei discorsi pubblici”.
L’organo del Consiglio d’Europa lancia inoltre l’allarme sulla crescente diffusione delle ‘notizie false’ che spesso riproducono immagini distorte dei gruppi vulnerabili e sollecita i politici e i leader religiosi non solo a evitare l’uso del discorso d’odio ma anche a combatterlo attivamente. Nel descrivere le tendenze prevalse nel 2018, l’Ecri osserva che i discorsi che incitano all’odio colpiscono tutte le minoranze, musulmani, ebrei, immigrati e rom. Nel 2018, si legge nel rapporto, “l’islamofobia e il sentimento anti-migranti sono rimasti prevalenti in molti degli stati membri del Consiglio d’Europa” e “i discendenti di genitori africani, nati in Europa o che vivono qui da molti anni, sono vittime di un crescente risentimento”. Strasburgo sottolinea poi che gli ebrei europei “continuano a essere vittime d’odio, che può tradursi in atti violenti, spesso considerato giustificabile in reazione alle azioni d’Israele” mentre i “Rom continuano a essere una delle minoranze più marginalizzate”.