I tragici eventi del 7 ottobre scorso hanno colpito duramente tutti noi e le notizie che arrivano da Israele ci procurano uno stato d’animo di preoccupazione perenne. La perdita così cruenta di tanti nostri fratelli, l’angoscia per i nostri familiari ed amici che vivono in Israele, l’incertezza per ciò che li aspetta ancora, sono i nostri pensieri ricorrenti in questi giorni così difficili.
Tutte queste ansie e preoccupazioni sono entrate anche nella vita dei nostri figli, che hanno appreso le notizie, spesso associate alle immagini che appaiono sui media. Bisogna considerare che i bambini si rendono perfettamente conto dello stato d’animo degli adulti anche solo osservando il nostro sguardo, attraverso il nostro tono di voce, le nostre espressioni. Per questo motivo è bene che gli adulti non parlino delle loro preoccupazioni davanti ai bambini, così come dovrebbero evitare di far vedere loro le immagini della guerra che circolano sui social, questo in particolare per gli adolescenti che sono molto abili nella gestione di questi siti.
Che cosa possono fare i genitori per aiutare i loro figli a gestire questi stati d’animo in questo periodo?
Non c’è una ricetta ben precisa perché ogni bambino/ragazzo ha delle reazioni diverse, per cui è compito dei genitori osservare attentamente i figli e vedere se è cambiato qualcosa nel loro comportamento. In questo periodo bisogna star loro molto vicini, ascoltarli ed anche abbracciarli più del solito per non farli sentire da soli nella gestione delle loro emozioni. I giovani amano il contatto affettuoso nei momenti difficili.
E’ molto utile parlare con bambini e ragazzi scegliendo un momento tranquillo. Bisogna capire bene che cosa hanno recepito dei fatti, che idea si sono fatti e analizzare insieme a loro gli eventi, senza nascondere nulla ma dosando le informazioni in base all’età. Ascoltateli, permettete loro di fare domande e rispondete con serenità. E’ anche importante capire cosa sa esattamente il bambino, dire le cose reali e smentire eventuali fake news di cui sia venuto a conoscenza.
Un elemento molto importante è che tutti i bambini e i ragazzi non devono perdere la speranza nel futuro quindi, quando risponderete alle loro domande, rassicurateli, dite loro che tutto finirà, ponete l’accento sulle azioni di eroismo e di difesa che ci sono state e che ci saranno.
Coinvolgeteli, come già è stato fatto in parte, a dare il loro contributo con le raccolte mirate ad inviare aiuti alla popolazione ed ai militari impegnati nella loro difesa e nella difesa della Patria, anche attraverso messaggi scritti di sostegno. Questo darà loro la sensazione di aver dato anche il loro contributo.
Uno dei consigli più importanti che si possono dare ai genitori è quello di non interrompere assolutamente la routine quotidiana dei bambini e dei ragazzi. Pur comprendendo le paure, perché l’imprevedibile è sempre possibile, è bene che i bambini continuino la loro vita. La routine è una forma di contenimento emotivo: stare nel gruppo dei pari con il supporto di un docente che li conosce e li ascolta, facilita la gestione delle proprie emozioni. Il confronto con i pari, li fa sentire uniti col gruppo con cui condividere le esperienze, spesso durante le discussioni in classe, i ragazzi si confortano a vicenda.
Interrompere le loro abitudini fa scattare nella loro mente un campanello di allarme, fa pensare loro che qualcosa di brutto potrà accadere. Il nostro compito, invece, è quello di farli sentire sereni dicendo loro che sono state messe in atto tutte le azioni per la loro protezione.
Va fortificato anche il loro senso identitario e di appartenenza al Nostro Popolo, ciò li fortifica in un momento di forte preoccupazione: i rituali, le preghiere, tutte le attività quotidiane, li fanno sentire sicuri e protetti.
In questo periodo i genitori dovrebbero anche dedicare più tempo nel condividere con i figli attività ricreative o culturali che possano deviare un poco l’attenzione dai fatti di cronaca e regalare dei periodi di spensieratezza.
L’ultimo consiglio che mi sento di poter dare è questo: nel caso in cui un genitore si accorga che il figlio ha delle reazioni negative intense e prolungate nel tempo, nonostante tutti gli sforzi e le azioni messe in atto, non esiti a contattare i loro insegnanti per capire se il bimbo/ragazzo abbia gli stessi comportamenti anche in altri contesti, in seguito, se necessario, si può contattare con fiducia l’equipe di psicologia scolastica presente nelle scuole.