Era sopravvissuto al campo di sterminio nazista di Auschwitz. Dopo la guerra, mantenere viva la memoria della Shoah era diventato il suo scopo e, anche in età avanzata, continuava a testimoniare gli orrori passati.
Andor Stern, l’unico sopravvissuto alla Shoah brasiliano, è morto all’età di 94 anni nella sua casa a San Paolo, in Brasile.
Nato nel 1928 a San Paolo da genitori ungheresi, Stern tornò con la famiglia in Ungheria prima dello scoppio della guerra. Con l’avvento del nazismo, ancora adolescente, fu deportato ad Auschwitz, dove passò 13 mesi. Tutta la sua famiglia fu uccisa nelle camere a gas.
“Sono stato fuori dal mondo fino al 1° maggio del 1945, quando gli americani ci hanno liberato. Avevo 17 anni. Pesavo 28 chili”, aveva raccontato al quotidiano Folha de San Paolo. Dopo aver passato tre anni in Ungheria, Stern tornò in Brasile nel 1948, dove si sposò ed ebbe cinque figlie.
Nel 2019, a 91 anni, in una toccante cerimonia festeggiò il suo Bar Mitzvah nella sinagoga più antica di San Paolo, Kehilat Israel. Lascia nove nipoti e pronipoti.
“Anche dopo tutto quello che ha passato, ha continuato a vivere ispirando ogni persona con parole positive, fede e ottimismo – ha affermato alla JTA il rabbino Toive Weitman, direttore del Memoriale della Shoah di San Paolo – Ha combattuto e ha fatto tutto ciò che era possibile per tramandare la memoria della Shoah”.
La vita di Andor Stern è raccontata dallo storico Gabriel Davi Pierin nel libro “A Star in the Darkness”.