Era noto come “il falsario di Parigi” Adolfo Kaminsky, il fotografo francese che con i suoi documenti falsi ha salvato migliaia di bambini ebrei durante la Shoah. Kaminky, che è stato un eroe della Resistenza, si è spento a Parigi all’età di 97 anni.
La sua storia è nota a molti, grazie anche al libro della figlia Sarah titolato “Adolfo Kaminsky. Una vita da falsario” (Angelo Colla Editore). Nato nel ’25 a Buenos Aires in una famiglia di ebrei provenienti dalla Russia, Kaminsky si trasferì assieme ai genitori a Parigi nel 1932. Successivamente a Vire aiutò suo zio in una tipografia e venne arrestato con la famiglia dai nazisti nell’ottobre del 1943. Passando per il carcere di Caen, Kaminsky fu portato al campo di internamento di Drancy, vicino a Parigi, da cui partivano i treni per Auschwitz. Rilasciato nel gennaio 1944, grazie all’intervento del consolato argentino, iniziò a collaborare con la Resistenza francese. Così divenne, operando clandestinamente e con lo pseudonimo di Julien Keller, l’esperto falsario di documenti della Resistenza a Parigi. Fu proprio durante la guerra che venne soprannominato “il falsario di Parigi” e grazie a tutti i documenti da lui falsificati, tra certificati di battesimo, di matrimonio e tessere alimentari, alcune migliaia di ebrei si salvarono dalla Shoah.
Dopo la guerra Kaminsky ha continuato a falsificare documenti anche per aiutare l’emigrazione clandestina dei sopravvissuti ai campi di sterminio, e a contribuire a giuste cause rischiando la sua stessa vita.