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    “Non è possibile avere diritto senza giustizia” La dichiarazione di Kalifat a Shalom

    La notizia ha scosso il mondo ebraico francese: la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza secondo cui Kobili Traore non può essere processato per l’omicidio di Sarah Halimi avvenuto nel 2017. A “scagionare” l’assassino sarebbe il fatto che questi fosse drogato di marijuana al tal punto da non essere penalmente responsabile delle sue azioni. “Non è possibile avere diritto senza giustizia” ha commentato a Shalom Francis Kalifat, il Presidente del CRIF l’istituzione che raggruppa le comunità ebraiche francesi. “In una democrazia degna di questo nome, ovviamente, non vengono giudicati i matti. Ma in una democrazia non si può eliminare la responsabilità di chi con le sue stesse azioni – in questo caso il consumo di droghe – ha alterato lui stesso il proprio stato mentale”. Kalifat pone dunque alcuni quesiti inquietanti: “Come può una società accettare che un delirio generato dall’uso di cannabis consenta all’autore di un crimine antisemita di sfuggire alla sua responsabilità? Come può la cannabis diventare una giustificazione per un omicidio antisemita, mentre è un fattore aggravante per tutti gli altri crimini? Perché in nessuno dei tanti procedimenti legali a cui l’autore è stato sottoposto è mai sorta la questione della sua non responsabilità? Visto che tutti i rapporti sembrano indicare che l’uso di stupefacenti ha esacerbato il suo antisemitismo, perché rifiutarsi di vedere il suo odio a prescindere dal consumo di droga? Confermando questa assoluzione, la Corte di Cassazione priva definitivamente la famiglia di Sarah Halimi di un processo essenziale per l’elaborazione del lutto, ma anche l’intera Francia di un necessario processo all’antisemitismo. La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione sull’articolo 122-1 comma 1 del codice penale, che non fa distinzioni in base all’origine del disturbo mentale: così facendo, ha affermato la legge, ma non la giustizia. I magistrati della Corte di Cassazione non hanno avuto coraggio: piuttosto che assumersi la responsabilità di una decisione fondamentale, hanno passato la responsabilità al legislatore”.

    Per concludere, Kalifat evoca una citazione di Montesquieu: “Una cosa non è giusta perché è legge, ma deve essere legge perché è giusta”, spiegando che “Se le forze dell’ordine portano a una simile situazione e all’iniquità di una decisione come questa, la legge deve essere modificata molto rapidamente”.

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