Sono passati 85 anni dalla terribile Kristallnacht, la “Notte dei Cristalli”. Era tra il 9 e il 10 novembre 1938 quando un vero e proprio pogrom ebbe luogo in tutta la Germania, comprensiva all’epoca anche dell’Austria e della regione dei Sudeti, già territorio cecoslovacco. In tutto il Reich tedesco centinaia di sinagoghe furono attaccate, soggette ad atti di vandalismo, saccheggiate e distrutte. Molte furono date alle fiamme. Ai vigili del fuoco fu ordinato di lasciar bruciare le sinagoghe, ma di evitare che le fiamme si propagassero agli edifici vicini. Le vetrine di migliaia di negozi ebrei furono distrutte e la merce rubata. I cimiteri ebraici furono profanati. Molti ebrei furono attaccati dalle squadre di truppe d’assalto (SA). Almeno 91 ebrei morirono durante quel pogrom.
Mentre i sopravvissuti alla Shoah riflettono sul 7 ottobre definendo l’attacco un altro “pogrom globale” avvenuto per mano di Hamas, alcune comunità ebraiche europee e americane fronteggiano un forte senso di abbandono e paura a causa del crescente antisemitismo. Molte comunità ebraiche dal Sudamerica all’Europa stanno infatti cancellando i piani per commemorare l’85esimo anniversario del pogrom della Notte dei Cristalli nella Germania nazista giovedì sera, a causa degli atti antisemiti avvenuti in seguito ai massacri di Hamas. A rivelare la notizia è il The Time of Israel. Sono migliaia le sinagoghe che avevano programmato di partecipare all’iniziativa annuale di commemorazione della Notte dei Cristalli, un progetto chiamato “Light from the Synagogue”. L’iniziativa prevede l’accensione delle luci delle sinagoghe e delle organizzazioni ebraiche per tutta la notte in ricordo del pogrom tedesco, in cui 91 ebrei furono assassinati e altri 30mila inviati nei lager.
“Quando abbiamo iniziato a pianificare come adattare questo bellissimo progetto in Brasile, avevamo programmato un progetto interreligioso”, ha spiegato Hana Nusbaum, storica e educatrice della Shoah a San Paolo. “Tuttavia, a causa della crescita dell’antisemitismo in tutto il mondo, non pensiamo che le sinagoghe e le altre istituzioni ebraiche si sentirebbero a proprio agio a fare una commemorazione di sostegno che metta in risalto le loro posizioni”, ha detto Nusbaum al Times of Israel. Gli organizzatori della commemorazione della Notte dei Cristalli a Los Angeles e New York City hanno rivelato al medesimo giornale di aver “rafforzato” la sicurezza per le manifestazioni nelle sinagoghe programmate per giovedì sera. Tuttavia, a differenza del Brasile, finora negli Stati Uniti non ci sono notizie di cancellazioni delle manifestazioni per l’anniversario.
In occasione della commemorazione di quest’anno, l’iconico programma March of the Living ha diffuso un documentario con le testimonianze dei sopravvissuti alla Shoah che oltre a raccontare quello che hanno vissuto, hanno condiviso i loro timori sul crescente antisemitismo di oggi, divenuto ormai un fenomeno globale in seguito ai massacri di Hamas del 7 ottobre.
“Non avrei mai pensato in vita mia che qualcosa di così terribile sarebbe successo di nuovo”, ha detto Tirza, sopravvissuta alla Notte dei Cristalli e cittadina israeliana oggi. “Il 7 ottobre i miliziani di Hamas sono arrivati massacrando bambini, giovani e anziani. Devo dire onestamente che in tutte le conferenze che tengo, e ne tengo molte, in Israele, in Germania e dovunque posso, ripenso a 85 anni fa, a quanto fosse orribile, ed eccoci qui, a sperimentare quell’orrore di nuovo” ha aggiunto Tirza. Attraverso la Marcia dei Vivi (MOTL), migliaia di israeliani e adolescenti della diaspora hanno visitato i luoghi della Shoah in Polonia, seguiti da visite in Israele. Molti dei sopravvissuti hanno rivelato quanto quest’anno si siano sentiti a disagio nel permettere all’organizzazione di utilizzare i loro nomi completi, secondo quanto riferito in un comunicato stampa di MOTL. “Molti temevano per la propria sicurezza, inizialmente erano riluttanti a parlare apertamente, o erano preoccupati che rivelare la loro identità potesse metterli in pericolo immediato”, si legge nella dichiarazione.
Dalia Yohanan, organizzatrice “Light from the Synagogue” ha detto di essere profondamente turbata dalle e-mail ricevute negli ultimi giorni. “Ho quasi pianto quando ho letto di quante sinagoghe hanno paura di aderire al progetto”, ha detto Yohanan al Times of Israel. “Pensavamo che quei giorni non sarebbero mai più tornati”, ha detto Yohanan, che vive nel Kibbutz Tirat Tzvi.
Anche a Groningen, nei Paesi Bassi, l’annuale “marcia silenziosa” per la Notte dei Cristalli è stata annullata a causa del timore che i sostenitori palestinesi potessero provocare il corteo. “Non vogliamo che la marcia venga vista come una manifestazione politica perché non lo è”, ha detto Geert Volders, direttore della sinagoga Stichting Folkingestraat della città.
Al di fuori dello Stato ebraico, i sopravvissuti alla Shoah sono ora riluttanti a indossare simboli ebraici, ha detto Manya, una sopravvissuta di origine polacca che vive negli Stati Uniti. “Ci penso due volte prima di indossare la mia Stella di David”, ha detto Manya. “Quello che sta accadendo oggi è una catastrofe: non solo Hamas, ma anche l’antisemitismo nelle università. Prima uscivo con un Magen David persino sulla maglietta, ora ci penso due volte”, ha aggiunto Manya. A Los Angeles, un uomo ebreo è stato aggredito in pubblico da un attivista palestinese ed è morto diverse ore dopo. Un sopravvissuto residente in California intervistato da MOTL ha detto che le “notti insonni” sono diventate di nuovo parte della sua vita dopo il 7 ottobre. “L’attacco terroristico di Hamas, mi ha riportato alla mente tanti ricordi di ciò che ho visto da bambina”, ha detto Maud, una sopravvissuta che vive in California. Alcuni sopravvissuti hanno spiegato che i massacri di Hamas hanno distrutto un instabile senso di equilibrio interiore che avevano faticato a raggiungere per decenni. “Tutto è iniziato con le parole ed è continuato con i fatti. Sono devastato nel vedere come gli ebrei vengono attaccati oggi. Gli ebrei non sono al sicuro. Ho visto dove può portare l’antisemitismo e sono molto preoccupato”, ha detto Nate, un sopravvissuto che vive in Canada.