Trentuno paesi hanno deciso di boicottare la Conferenza dell’Onu di Durban contro il razzismo, prevista per il 22 settembre presso la sede delle Nazioni Unite, a New York. Ciò segna un’importante vittoria diplomatica per Israele. Lo riportano vari media israeliani.
La prima conferenza si tenne a Durban, in Sudafrica, dal 31 agosto all’ 8 settembre 2001. In quell’occasione Israele venne definito “uno stato razzista e di apartheid”. L’obiettivo della Conferenza era affrontare la questione del razzismo, ma si trasformò in un evento anti israeliano, supportato da gruppi palestinesi e di boicottaggio. Da allora, ogni 5 anni, si tiene una Conferenza dell’Onu. Nel 2009 l’ex presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad nel suo discorso chiedeva la distruzione d’Israele.
All’inizio di quest’anno Stati Uniti ed Israele hanno votato contro l’approvazione del bilancio delle Nazioni Unite per il 2021, in segno di protesta contro la decisione dell’organizzazione di tenere una nuova Conferenza.
Il ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid, insieme con altri diplomatici israeliani, ha condotto la campagna di boicottaggio: “A differenza del governo precedente siamo stati in grado di prendere in mano la situazione e dimostrare che il mondo non è contro di noi” ha affermato Lapid.
A partire da domenica, 20 Paesi hanno ufficialmente annunciato la loro intenzione di boicottare la Conferenza, tra cui Stati Uniti, Canada, Australia, Regno Unito, Paesi Bassi, Germania, Austria, Repubblica Ceca, Ungheria, Israele, Francia, Bulgaria, Croazia, Italia, Cipro, Grecia, Romania, Nuova Zelanda, Slovenia e Slovacchia. Altri 11 Paesi hanno deciso di non partecipare alla Conferenza ma non c’è stata ancora una dichiarazione ufficiale.