La farmacologia ci insegna che la somministrazione di farmaci e vaccini deve essere particolarmente attenta e prudente soprattutto nelle due fasce di popolazione rappresentate dalle donne in gravidanza e dai bambini quindi comprendo remore e dubbi dei genitori nei confronti della vaccinazione covid rivolti ai minori tra i 5 e gli 11 anni.
Tante sono le domande ma tutte ruotano intorno a tre quesiti:
1) Ha senso vaccinare i bambini il cui contagio decorre quasi sempre in maniera asintomatica ?
2) Vaccinare i bambini per proteggere gli adulti non rappresenta una sorta di egoismo nei loro confronti?
3) Quanto sono sicuri questi vaccini?
Va premesso che ogni atto medico comporta un rischio ma anche il “non fare” può esporre a pericoli: se mi reco in Africa posso scegliere di non attuare la profilassi antimalarica perché il farmaco può avere effetti collaterali anche importanti ma il “non farla” mi espone a rischi enormemente maggiori e talora mortali: si tratta di soppesare bene il rapporto costo/beneficio.
Nel caso del vaccino covid questo rapporto è migliaia di volte più favorevole rispetto a ”non farlo”.
La vaccinazione covid nell’infanzia è stata approvata dal severo FDA statunitense, dall’ EMA (Agenzia Europea dei Medicinali) e dalla nostra AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).
Circa l’esito del contagio covid quasi sempre favorevole nei bambini i dati epidemiologici che man mano affluiscono raccontano una storia diversa: non solo i bambini rappresentano il serbatoio più importante del virus, della sua circolazione e conseguente mutazione ma registrano casi sempre più allarmanti di “long covid” e di MIS-C. Il “long covid” è un insieme di sintomi che durano a lungo dopo un contagio anche apparentemente asintomatico: affanno anche per sforzi lievi, ridotta resistenza allo sforzo, irregolarità del battito cardiaco, disturbi della memoria e del comportamento ecc. Disturbi che durano mesi e ancora non sappiamo se saranno completamente reversibili.
La MIS-C (multisystem infiammatory syndrome in children), inizialmente confusa con la sindrome di Kawasaki (una patologia infiammatoria pediatrica dei vasi sanguigni) è una grave patologia caratterizzata da febbre elevata, compromissione generale, interessamento cardiaco con miocarditi e pericarditi, disturbi del tratto digerente, alterazioni neurologiche ecc.
Nel 90% dei casi il vaccino covid evita queste pericolose complicazioni.
In conclusione come rispondere alla domanda che alla fine le riassume tutte:” Lei sottoporrebbe a vaccinazione covid i suoi figli o i suoi nipoti?” Rispondo da medico, da padre e da nonno: ” Vaccinati tutti e il nipote sotto i 12 anni è già prenotato”.