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    Salvini, Israele, gli ebrei e l’antisemitismo

    Matteo Salvini parte per Israele chiarendo che farà “di
    tutto per stroncare l’antisemitismo in Italia. Il vice premier leghista è
    costretto a ribadirlo nel tentativo di ridimensionare le critiche contenute
    nella lettera firmata da un centinaio di ebrei italiani – tra cui Gad Lerner,
    Michele Sarfatti – che si dicono “preoccupati di forme di intolleranza in
    Italia come altrove”.

    “Non è che ogni volta che vado in Israele devo dire che
    gli antisemiti sono delinquenti”, sbotta Salvini, rispondendo alle domande
    dei cronisti stranieri alla stampa estera. “Che io sia antipatico a Gad
    Lerner si sa e me ne faccio una ragione. Vado in Israele perché la ritengo una
    delle più moderne democrazie senza dovermi giustificare di alcunché”.

    “Piuttosto – avverte – il nascente antisemitismo fa rima
    con l’estremismo islamico a cui qualcuno non presta necessaria attenzione
    perché, se in alcune città europee non si può più andare in giro con i propri
    simboli religiosi è perché gli estremisti islamici non lo consentono, la
    sinistra si dovrebbe porre alcune domande”. “Per un ministro
    dell’Interno – aveva detto nei giorni scorsi -, Israele è uno dei modelli
    dell’anti-terrorismo, di intelligence, di controllo del territorio, di difesa
    dei confini: da questo punto di vista vado a studiare e imparare.

    A Gerusalemme, il ministro dell’Interno è atteso alle 13:30.
    La giornata inizierà con la visita alla sinagoga, al museo di arte ebraica
    italiana, e con l’incontro con la comunità italiana. Alle 15 è in programma la
    visita al museo dell’Olocausto, lo Yad Vashem. Per il giorno seguente, a
    partire dalle 10 si terrà l’incontro con il premier israeliano Netanyahu.
    È il primo faccia a faccia di Salvini con il leader del partito conservatore
    israeliano Likud. Il segretario della Lega non ebbe modo di incontrare
    Netanyahu nel corso della sua prima visita in Israele, a fine marzo 2016. E poi
    incontrera’ il suo omologo israeliano. Nella trasferta di due anni a mezzo fa –
    che era una missione di partito, insieme ai suoi due vice, Lorenzo Fontana e
    Giancarlo Giorgetti – Salvini incontro’ alcuni esponenti della Knesset, come
    Avigdor Lieberman, ex ministro degli Esteri e fondatore del partito israeliano
    di destra Israel Beytenu. Allora la delegazione della Lega, al terzo giorno di
    visita, si materializzò davanti al valico di Kerem Shalom, passaggio di confine
    tra la Striscia di Gaza, Israele ed Egitto. Da lì Salvini attaccò in un tweet i
    “trentamila soldati di Hamas (finanziati da chi?) che tengono in ostaggio
    milioni di persone”.

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