Ieri alcuni esponenti di CasaPound hanno rimosso la scritta in marmo che campeggiava sulla facciata dello stabile di via Napoleone III, occupato dal 2003 dal movimento di estrema destra. Sul posto è arrivata la sindaca di Roma Virginia Raggi che, attorniata da vigili e polizia, ha discusso in diretta Facebook con diversi esponenti di Casapound. I militanti, in polemica, le hanno chiesto lo sgombero di altre occupazioni nella Capitale, mentre la prima cittadina ha ribadito a più riprese il rispetto della legalità e della Costituzione. E’ il secondo blitz della Raggi in via Napoleone dopo quello del 25 luglio in cui chiedeva, appunto, la rimozione della scritta «fascista».
La decisione di togliere autonomamente la scritta dall’edificio non sembra però aver placato gli animi degli esponenti di Casapound.
«Siamo pronti a rimettere le lettere in qualsiasi momento, anche domani. Certamente lo faremo quando cadrà Virginia Raggi, che non sarà rieletta sindaco di Roma». Così Andrea Antonini, vicepresidente di CasaPound Italia davanti al palazzo occupato dove alle 19 di ieri si erano presentati gli uomini della polizia locale guidati dal comandante Antonio Di Maggio e la sindaca Raggi, perché «oggi – ricorda Antonini – scadeva il termine dei 10 giorni per la rimozione». Nel corso del botta e risposta Antonini ha inviato la sindaca a occuparsi dell’ex colonia Vittorio Emanuele di Ostia «dove abbiamo scoperto che il Comune paga ancora le utenze, quel locale è pieno di spacciatori e immigrati irregolari: su questo abbiamo sporto denuncia».
La sindaca ha anche commentato in un tweet: «È solo l’inizio. Ora va sgomberato l’immobile e deve essere restituito alle famiglie che ne hanno davvero diritto. Va ripristinata la legalità. Fino in fondo. #CasaPound».