Andrea Schivo non era ebreo, ma ha perso la vita per aver aiutato gli ebrei detenuti nel carcere di San Vittore, dove lavorava come guardia carceraria. A lui è dedicato il nuovo appuntamento con “Pietre d’inciampo” in onda in prima visione giovedì 12 novembre alle 20.45 su Rai Storia. Nato nel 1895 a Villanova d’Albenga, in Liguria, Andrea partecipa alla Prima guerra mondiale, durante la quale viene colpito da un proiettile. Come risarcimento per quel colpo di pistola, ottiene dallo Stato italiano un lavoro come guardia carceraria. Si trasferisce quindi a Milano, dove presta servizio nel carcere di San Vittore, carcere che nel 1943, in seguito all’occupazione nazista, si riempie di uomini, donne e bambini ebrei. Andrea Schivo cerca di alleviare le condizioni di questi prigionieri, portando da casa uova, marmellata, frutta, pollo cucinato dalla moglie. Tutto quanto poteva essere utile. Un giorno del ’44, però, i tedeschi trovano un ossicino di pollo in una cella del quinto raggio occupata da una famiglia di ebrei che, sottoposti a tortura, confessano il nome dell’agente che ha introdotto per loro in carcere del cibo di nascosto: si tratta di Andrea Schivo. Subito arrestato e rinchiuso nello stesso carcere in cui lavorava, Andrea viene trasferito dopo pochi giorni nel lager di Bolzano e poi nel campo di concentramento di Flossenbuerg, in Germania, dove muore il 29 gennaio 1945, due giorni dopo la liberazione di Auschwitz. L’episodio riemerge nel 1998, con la pubblicazione di un documento d’archivio del Centro di Documentazione Ebraica Contemporane di Milano: si tratta della testimonianza di 19 agenti di custodia contenente i particolari sull’arresto di Schivo.