Presentata questa mattina presso la Sala Koch di Palazzo Madama al Senato la Cittadella della Musica Concentrazionaria che verrà realizzata a Barletta. “Un lavoro di ricerca lungo 30 anni, frutto di un processo che inizia nel 1933” ha spiegato il pianista Francesco Lotoro, autore delle ricerche in materia e ispiratore del progetto. Dietro a questo risultato c’è un grande impegno delle istituzioni locali e nazionali, come dimostrato dalla presenza del presidente del Consiglio comunale di Barletta Sabino Dicataldo e del senatore Ruggiero Quarto, organizzatore dell’evento, anche se molto resta ancora da fare. Moderati dal giornalista Francesco Zagaria, Quarto e Dicataldo hanno illustrato il progetto insieme all’architetto Nicolangelo Dibitonto e allo stesso Lotoro.
La cittadella sorgerà sui resti di una ex distilleria, nell’ambito di un impegnativo e lodevole progetto di riqualificazione industriale. Avrà una duplice finalità: mantenere viva la memoria e sottolineare il ruolo della musica come strumento di riscatto per l’uomo, anche nelle condizioni più disperate.
“Si realizza un sogno; non il mio, ma quello di migliaia di compositori e musicisti vittime delle deportazioni” ha spiegato Lotoro a Shalom. “Tutto ciò che è stato prodotto dal 1933, anno dell’apertura di Dachau, al 1953, anno della morte di Stalin, deve trovare la sua casa”. I numeri di questi materiali sono imponenti: circa 10mila documenti; 400 ore di interviste; 150mila compositori; 7mila biografie ricostruite; 8mila partiture di ogni genere, incluse trilogie e tetralogie, opere brevi e altre molto lunghe. Testi scritti talvolta su mezzi di fortuna, come carta igienica o sacchi di juta, se non tramandati oralmente o comunicati a terzi da chi è scomparso. Un panorama dunque estremamente vasto e variegato: perché la musica nei lager era censurata, ma non proibita; per questo si è realizzata un’ampia produzione, a cui Lotoro si è appassionato sin dagli anni ’80.
Come ha spiegato l’architetto progettista Nicolangelo Di Bitonto, la cittadella sorgerà su un’area di oltre 9mila metri quadrati e sarà composta sostanzialmente da 6 spazi: il Campus delle Scienze Musicali, la Bibliomediateca Musicale, il Thesaurus Memoriae Museum, il Teatro nuovo Cantieri, la Libreria internazionale del Novecento, la Foresteria per accogliere ospiti e studiosi. La musica concentrazionaria troverà così finalmente un suo spazio vitale dove poter essere archiviata, approfondita, ma anche eseguita.
A concludere la mattinata, un assaggio di questo patrimonio che si intende recuperare, conservare e valorizzare. I musicisti Fabrizio Signorile (violino I e chitarra), Cecilia Zonno (violino II), Ester Augelli (viola), Elia Ranieri (violoncello), Alberto Boggia (oboe), Angelo De Leonardis (baritono), Paolo Candido (cantore) hanno eseguito alcuni brani emozionando il pubblico presente.