Non è la prima
volta che a Roma vengono rubate le ‘pietre d’inciampo’ poste davanti alle
abitazioni da cui sono stati deportati ebrei, politici e militari durante
l’occupazione nazifascista. Nel gennaio 2012 vennero divelte ad esempio quelle collocate
in via Santa Maria in Monticelli, di fronte alla casa da cui furono deportate
le sorelle Spizzichino, vittime della Shoah. I sampietrini in ottone, con su
inciso il nome delle vittime, l’anno di nascita e di morte, erano stati sistemati
due giorni prima e vennero sostituiti con normali cubi di porfido. L’autore del
gesto si rivelò poi un romano che ammise le sue responsabilità spiegando però
che non si era trattato di un gesto antisemita ma legato a fatti “estetici”:
“Sembra un cimitero e non lo voglio davanti al mio portone”, si era
giustificato l’uomo.
Nella notte
tra il 29 e il 30 maggio dello stesso anno venne invece divelta e sostituita da
un normale sampietrino la pietra d’inciampo collocata a via Garibaldi 38 in
memoria di Augusto Sperati, falegname trasteverino antifascista, deportato nel
lager di Mauthausen e ucciso nel ’44 nel Castello di Hartheim. La pietra è
stata poi ricollocata pochi mesi dopo, il 4 gennaio 2013. (Rre/AdnKronos)