Le leggi
razziali, volute da Mussolini e controfirmate dal re Vittorio Emanuele III di
Savoia, furono emanate tra il settembre e il novembre del 1938. Basandosi sul
criterio del razzismo biologico, portarono all’esclusione degli ebrei dalla
società. L’esposizione “Italiani di razza ebraica: le leggi antisemite del
1938 e gli ebrei di Roma”, fino al 3 febbraio al Museo Ebraico di Roma, va
dall’emancipazione degli ebrei italiani all’affacciarsi del fascismo negli anni
Venti, per poi arrivare alle leggi razziali del 1938. A guidare i visitatori
della mostra ci sono le biografie, i documenti, le pagelle. La mostra termina
con un piccolo spazio dedicato all’occupazione, alla clandestinita’ e alle
deportazioni. Inoltre, fino all’1 febbbraio, esposta alla Casa della Memoria e
della Storia, l’installazione WDon’t kill 1938″ di Fabrizio Dusi. Grazie
al suo titolo cubitale, l’arazzo ricorda cosa è successo 80 anni fa in Italia
e, nel contempo, sottolinea la divisione tra il prima e il dopo. L’opera
prosegue infatti con una serie di scritte in ceramica e neon che passano da
positive e colorate, simboli di una vita quotidiana normale, a negative e tutte
di colore giallo, simboli invece della discriminazione contro la popolazione di
religione ebraica e del suo tragico epilogo avvenuto con la Shoah.