“Don’t kill 1938” è un’opera di Fabrizio Dusi sul tema delle leggi razziali del 1938, ideata appositamente per lo spazio della Casa della Memoria e della Storia di Roma, ma è anche il proseguimento di un’altra installazione, realizzata per la Casa della Memoria di Milano più di un anno fa, ora in esposizione permanente. In entrambi i casi la scritta “Don’t kill” è posta sulle vetrate degli edifici, visibile all’esterno in un dialogo costante con il quartiere: un filo rosso per unire idealmente questi due spazi, entrambi dedicati alla memoria e alla storia del Novecento, e le due città. Per Roma l’artista lombardo ha sviluppato il tema delle leggi razziali emesse dal governo Mussolini nel 1938, evocandolo già a partire da un grande arazzo che riproduce la prima pagina di un giornale dell’epoca. “Il nostro passato deve essere da monito per il nostro presente e non ci deve mai lasciare indifferenti”, afferma l’artista. L’esposizione sarà visitabile fino all’1 febbraio. Grazie al suo titolo cubitale, l’arazzo ricorda cosa è successo 80 anni fa in Italia e, nel contempo, sottolinea la divisione tra il prima e il dopo. L’opera prosegue infatti con una serie di scritte in ceramica e neon che passano da positive e colorate, simboli di una vita quotidiana normale, a negative e tutte di colore giallo, simboli invece della discriminazione contro la popolazione di religione ebraica e del suo tragico epilogo avvenuto con la Shoah. (red) 291018 NOV 18