I poveri villaggi della Polonia, Lublino e Varsavia sono i luoghi de Il mago di Lublino, uscito nuovamente in Italia con Adelphi nella traduzione di Katia Bagnoli.
Yasha è un talentuoso prestigiatore, destinato a intrattenere misere platee negli Shetl. È un personaggio complesso, dubbioso, incerto e dissimulatore, in bilico tra più mondi. Ama l’alcool, la compagnia delle donne e in lui risiedono molteplici identità: quella di ebreo attento alle proprie radici, vagabondo, fine illusionista e aspirante delinquente. Conosce i segreti dell’amore ma non è in grado di scegliere quale donna faccia il caso suo. Sogna una vita serena nel sud Italia in compagnia di Emilia e sua figlia Halina ma rimane imbrigliato a Lublino con la moglie Ester, donna sterile, pia e devota al marito. Yasha è l’epitome di una condizione esistenziale diffusa: rappresenta le fragilità e le complessità dell’animo umano, le turpitudini e le contraddizioni. La sua storia è analoga a quella di chi non sa imporsi, preferendo dunque che la vita scelga per lui. È attaccato alle proprie origini culturali, ai riti, alla sinagoga ma allo stesso tempo non ha luogo né patria. Tenta la fortuna derubando in una casa ma la goffaggine glielo impedisce. É circondato di affetti ma è perennemente solo.
Il richiamo ai luoghi già percorsi in Keyla la Rossa e altri suoi romanzi è qui manifesto così come lo sono alcuni aspetti caratteriali di personaggi già incontrati altrove. L’insoddisfazione, la scissione e l’incapacità di comprendere quale sia il proprio ruolo nel mondo sono le cifre dei romanzi di Singer, terreni in cui ogni cosa è possibile, dove la sorte vive di rimbalzi e dove contraddizione e conflitto sembrano essere le facce della stessa medaglia.