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    La torta di ricotta e visciole, una delizia per il palato

    Tra i molti dolci che contraddistinguono la tradizione culinaria giudaico-romanesca spicca la torta di ricotta e visciole, un fantastico connubio di sapori, pura estasi per il palato.   

    Sembra che l’origine di questa torta risalga al Settecento, periodo di repressione e di proibizioni per gli ebrei del ghetto, a causa della promulgazione degli Editti papali. 

    Ancora oggi, in alcune pasticcerie kosher, si prepara questa delizia.

     

    Ricetta: 

    Per la frolla, lavorare 350 g di farina 00 con 200 g di burro morbido a pezzetti, unire 150 g di zucchero semolato, 3 tuorli d’uovo e la scorza di 1 limone, fino ad ottenere un impasto liscio. Far riposare per mezz’ora in frigo, ricoperto dalla pellicola.

     

    Per la farcitura, mescolare 400 g di ricotta di pecora, 150 g di zucchero, 1 uovo e 3 cucchiai di liquore a piacere. 

    Rivestire con due terzi della frolla uno stampo tondo oleato e infarinato, distribuire la confettura di visciole sul fondo e versare sopra la crema di ricotta. Con la frolla rimasta ricoprire il dolce, sigillando i bordi, come un guscio. 

    Mettere in forno preriscaldato a 180° per 30/35 minuti circa.

     

    Curiosità:

     

    Le origini della ricotta

    Il termine ricotta deriva dal latino recoctus, che significa “ri-cotto”, perché viene ricavata da una doppia cottura dal siero del latte.  Si presume che le sue origini risalgano ai tempi degli Egizi e dei Sumeri, per poi essere diffusa nelle civiltà greca e latina. Anche Omero la cita nell’Odissea: il poeta racconta che il ciclope Polifemo la lavora e la stagiona, proponendo l’assaggio anche ad Ulisse e ai suoi compagni di viaggio.

     

    Le visciole 

    Si ritiene che il nome della pianta, il Prunus cerasus, derivi dal nome della città di Cerasunte, situata nel Ponto (Turchia). Plinio il vecchio racconta che i primi alberi furono importati nel ‘72 a.C. dal generale romano Lucio Licinio Lucullo. La qualità di ciliegie prodotte dal Prunus cerasus sono più aspre e si distinguono da quelle del Prunus avium, da cui si ricavano le ciliegie più dolci e più diffuse.

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