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    ITALIA

    La Brigata Ebraica e la Liberazione. A Torino la mostra ottant’anni dopo

    È stata inaugurata oggi a Torino la mostra “La Brigata Ebraica e la Liberazione”. Con l’ausilio di dodici pannelli esplicativi viene illustrato il contributo degli ebrei nella Seconda guerra mondiale, nell’immediato dopoguerra e presentata la storia della Brigata Ebraica. A completare l’esposizione due teche con materiale originale e due manichini con riproduzione di divise.
    L’idea di fondo è la volontà di sottolineare lo sforzo di chi, arruolandosi volontariamente nell’esercito britannico, compì una scelta di campo e di coraggio, offrendo in alcuni casi la propria vita per liberare l’Italia occupata. La mostra non si limita alla sola parentesi militare della Brigata Ebraica, ma dedica ampio spazio alla parte meno conosciuta della sua attività in supporto alle migliaia di rifugiati sopravvissuti alle persecuzioni naziste.


    Nel novembre 1944 sbarcò a Taranto, fra le truppe destinate all’VIII armata inglese, una brigata di volontari composta da circa 5.000 uomini con un sorprendente vessillo. Il vessillo era sconosciuto, ma su di esso vi era un simbolo che tutti avevano già visto: la stella gialla a sei punte del popolo ebraico.

    I soldati erano tutti ebrei. Molti dei volontari della Brigata Ebraica provenivano infatti dalla Palestina del Mandato Britannico, l’antica Terra di Israele, altri dall’Europa, altri ancora da Canada, Sud Africa, Australia. Gli ebrei arruolati nell’esercito britannico in Palestina erano assai più numerosi: circa 30.000, tuttavia, la Brigata Ebraica fu l’unica a combattere il nazifascismo sotto una bandiera propria.
    La Brigata Ebraica fu costituita il 20 settembre 1944, al termine di lunghe trattative con le autorità britanniche di Palestina: il governo inglese aveva infatti procrastinato la costituzione di un’unità ebraica combattente per non urtare la sensibilità degli arabi di Palestina, i quali, nel frattempo, avevano operato una scelta di campo inequivocabile al fianco dell’Asse. L’emozione suscitata in certa parte dell’opinione pubblica dalle tragiche condizioni degli ebrei nei campi di sterminio ebbe un ruolo nella creazione della Brigata Ebraica. Dopo aver svolto un periodo di addestramento ad Alessandria d’Egitto, la Brigata Ebraica venne inviata sul fronte italiano, inquadrata nel X Corpo dell’VIII Armata Britannica. I volontari ebrei dell’esercito inglese ricevettero un ulteriore periodo di addestramento una volta sbarcati in Italia, a Taranto e poi a Fiuggi. Il 26 febbraio 1945 la Brigata giunse al fronte al fianco delle truppe scozzesi in Romagna, nella provincia di Ravenna. Il 28 febbraio 1945, assieme ad altre unità militari e gruppi di combattimento polacchi ed italiani, la Brigata Ebraica entrò nella città di Rimini, quasi completamente distrutta, per raggiungere il 3 marzo Forlì, dove vi furono i primi scontri a fuoco con la Wermacht. Gli scontri continuarono, con prolungati e durissimi combattimenti, tra il 21 e il 25 marzo, nei dintorni di Faenza, che venne infine sottratta al controllo delle truppe nemiche. La Brigata partecipò attivamente allo sfondamento della Linea Gotica sul fronte del fiume Senio, mentre l’ultimo scontro a fuoco con i tedeschi avvenne il 14 aprile. Il bilancio di due mesi di combattimenti fu di 51 morti e numerosi feriti.
    Terminata la guerra in Italia, i volontari della Brigata Ebraica si prodigarono per aiutare i superstiti ebrei a ritrovare i propri cari, allestendo centri di raccolta, all’interno dei quali venivano distribuiti beni di prima necessità come cibo e indumenti, riaprendo scuole, centri di culto e luoghi di aggregazione.

    Credit foto: brigataebraica.it

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