L’agenda
politica del secondo giorno del viaggio in Israele del ministro degli Esteri
Antonio Tajani è iniziata con l’incontro con il premier israeliano Benjamin
Netanyahu a Gerusalemme, visto già a Roma solo pochi giorni fa. Il ministro si
è poi diretto a Ramallah per incontrare l’omologo palestinese Riad Malki, il
primo ministro Mohammed Shtayyeh e il presidente Abu Mazen.
Prima degli
incontri politici di oggi, che si concluderanno in serata con la firma di
alcuni accordi con il ministro degli affari esteri israeliano Eli Cohen per una
collaborazione politica, nella lotta contro il terrorismo, nei settori più
moderni dell’industria, dallo spazio, alla tecnologia, alle startup, di prima
mattina Tajani ha reso omaggio alle vittime della Shoah visitando il memoriale
di Gerusalemme Yad Vashem.
“Ogni volta
che ritorno in questi luoghi si riapre una ferita nel cuore di tutti coloro che
condannano l’odio, la violenza e lo sterminio di sei milioni di vittime
innocenti, colpevoli soltanto di essere ebrei”, ha detto Tajani dopo la firma e
il messaggio lasciato scritto sul Libro d’onore: “Non dimenticare perché tutto
ciò non accada mai più. L’Italia china il capo davanti a milioni di vittime
innocenti”. Ha poi aggiunto che bisogna combattere “ogni rigurgito antisemita
in Italia, in Europa e nel mondo “perché questo germe maligno non si allarghi.”
“Ogni
cittadino italiano e europeo che abbandona per paura il paese dove vive – ha
concluso – è una sconfitta”. A inaugurare il viaggio di stato, ieri,
l’appuntamento con il presidente israeliano Isaac Herzog. Il recente
susseguirsi di scambi di visite diplomatiche tra Italia e Israele testimonia il
fatto che lo Stato ebraico, ha sottolineato il vicepremier, è considerato un
“partner strategico per una collaborazione politica, nella lotta contro il
terrorismo, nei settori più moderni dell’industria, dallo spazio, alla
tecnologia, alle startup”. Resterà invece chiuso nel cassetto il dossier del
riconoscimento di Gerusalemme capitale di Israele.