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    ITALIA

    Ferrara, manichino di Netanyahu impiccato in Municipio. Arbib: “Violenza inaudita, gesto antisemita indegno”

    Nel pomeriggio di mercoledì, un gruppo propal ha inscenato una dimostrazione shock sullo Scalone del Municipio di Ferrara, esponendo un manichino impiccato con il volto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Accanto al fantoccio, appeso per il collo, è stato affisso uno striscione con la scritta: “Gaza muore di fame. Siete complici. Pagherete caro. Pagherete tutto”. A completare la macabra messa in scena, sono stati distribuiti volantini in stile “Wanted” raffiguranti Ursula von der Leyen, Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini, tutti etichettati come “ricercati per crimini di guerra”. L’azione è stata rivendicata dallo stesso collettivo.

    Ferma la condanna del presidente della Comunità Ebraica di Ferrara, Fortunato Arbib, che ha definito questo episodio antisemita “di una violenza inaudita”. “L’immagine di quel manichino appeso – ha dichiarato – ci riporta indietro nel tempo, quando gli ebrei venivano impiccati e i loro corpi lasciati dondolare in pubblico. È un gesto indegno, che esprime il massimo sprezzo e una totale mancanza di dignità, persino nei confronti di chi si considera un nemico.” 

    Arbib ha inoltre espresso “piena solidarietà al sindaco di Ferrara, all’amministrazione e alla giunta”, riconoscendo loro “una linea politica chiara, coerente e coraggiosa nel sostegno allo Stato di Israele” – un atteggiamento che, ha sottolineato, “non è scontato in molte altre città italiane”.“Ferrara è sempre stata considerata una città tranquilla. Ma questa vicenda dimostra che neppure qui si è immuni dal clima di odio diffuso che attraversa oggi l’Italia e l’Europa.”

    Infine, ha evidenziato come, nel discorso pubblico, “agli ebrei venga oggi attribuita una colpa collettiva per ciò che accade a Gaza: siamo accusati di essere responsabili della guerra, della fame, delle morti, delle azioni dell’esercito. Siamo colpevoli di tutto, semplicemente in quanto ebrei.”

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