Dopo la scomparsa di Alberto Sed e Pietro Terracina, avvenuta lo scorso anno, restano pochissimi i testimoni romani dello sterminio nazifascista degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. “Per quanto sono conoscenza e’ rimasto un sopravvissuto che tuttavia non ha mai voluto portare la sua testimonianza. Non sappiamo se per gli stessi motivi magari ce ne siano altri”, ha raccontato la presidente della Comunita’ Ebraica di Roma Ruth Dureghello nel corso della presentazione delle iniziative per la giornata della Memoria. “Avvertire il vuoto e’ inevitabile ma i sopravvissuti non vivranno per sempre purtroppo e non potremo fare degli ologrammi che li sostituiscano. Ma se un senso vogliamo dare alla loro sofferenza mi auguro che tutti i ragazzi che li hanno ascoltati, si mettano in gioco. Fortunatamente pero’ il materiale a nostra disposizione e’ molto ed e’ stato ampiamente raccolto. Ho partecipato a molti viaggi senza testimoni, e’ piu’ difficile anche se Birkenau e Auschwitz sono luoghi che parlano da soli”. “Il ‘ritiro’ di Liliana Segre – ha poi commentato Dureghello – è comprensibile perché l’impegno nel tramandare la memoria è molto faticoso”.
Il presidente della comunità ebraica di Roma ha infine posto l’attenzione sulla centralità del lavoro educativo sulla Memoria da svolgere presso i giovani, una vera priorità: “E’ chiaro – ha spiegato – che continueremo a studiare un contenitore per tutta la documentazione relativa alla Shoah, ma al momento la priorità è andare nelle scuole e parlare con i ragazzi”.