La missione di Moshè non era cominciata bene. Quando Moshè e Aharòn si erano presentati al faraone per la prima volta dicendo “Così ha detto l’Eterno, Dio d’Israele: Lascia che il mio popolo festeggi per Me nel deserto” (Shemòt, 5:1), il faraone aveva appesantito il lavoro degli schiavi. Moshè si era lamentato con l’Eterno dicendo: “Perché hai fatto del male a questo popolo; da quando mi hai mandato a parlare al faraone a Tuo nome, la situazione del popolo è peggiorata…” (ibid., 5:23).
Ora, dopo sette piaghe, il faraone mostrò di essere pronto a un compromesso. Moshè e Aharòn si presentarono al faraone chiedendo che permettesse al popolo di andare a servire l’Eterno e, dopo aver annunciato l’arrivo della piaga delle locuste, se ne andarono (Shemòt, 10:4). Il faraone, messo sotto pressione dai suoi ministri che avevano detto che “L’Egitto stava andando in rovina” (ibid., 10:7) fece ritornare Moshè e Aharòn. Nella Torà è scritto “E fu fatto tornare Moshè con Aharòn”.
R. Eliyàhu Benamozegh (Livorno, 1823-1900) in Panìm la-Torà spiega che nel versetto è usata la forma passiva perché il faraone, per mantenere la propria dignità, non poteva ammettere di avere mandato a richiamare Moshè. Venne usato un intermediario in modo che non fosse evidente che vi era stato un ordine del faraone. Appariva invece che Moshè ed Aharon erano tornati di propria iniziativa perché nessuno dei dignitari del faraone avrebbe ammesso di avere ricevuto un’ordine.
Così Moshè ed Aharòn tornarono dal faraone che disse loro: “Andate e servite l’Eterno vostro Dio, ma chi sono quelli che andranno?” (Ibid., 10:8). Moshè rispose: “Andremo con i giovani e con gli anziani, con figli e figlie, con i greggi e con le mandrie, perché è una festa in onore dell’Eterno” (ibid., 10:9). Il faraone rispose: “Sia pure l’Eterno con voi; solo che se vi lascio andare con i vostri figli vedrete che vi è del male di fronte a voi. Non accetto la vostra richiesta; che vadano solo gli uomini a servire l’Eterno perché è questo che voi chiedete…” (ibid., 10:10-11).
I maestri nel Midràsh (Shemòt Rabbà, parashà 13) dicono: Cosa significa “vi è del male di fronte a voi”? Il faraone voleva dire che i bambini non portano sacrifici e quella di Moshè era “una mala richiesta”. Chi faceva richieste del genere pensava a fuggire dal paese e non ad andare a servire l’Eterno.
R. Eliyàhu Benamozegh scrive che il faraone e i saggi d’Egitto credevano che una divinità che faceva del bene non poteva fare del male e viceversa. Quando il faraone disse a Mosè “Sia pure l’Eterno con voi”, intendeva dire che se sarebbero andati tutti nel deserto la divinità che aveva fatto solo male agli egiziani, ora avrebbe fatto solo male anche agli israeliti.
R. David Meldola (Livorno, 1703-1793, Amsterdam) in Darkè David (p. 20) commenta che il faraone rispose a Mosè che era impossibile che l’Eterno avesse dato loro un ordine di andare nel deserto senza vettovaglie e dove non vi erano pascoli per gli animali e che quindi Moshè e Aharòn se l’erano inventata loro. Il faraone pensava che non sarebbe stato punito se non avesse lasciato andare gli israeliti nel deserto perché non vi era stato un ordine divino. Per questo è solo dopo la piaga delle locuste che il faraone disse: “Ho peccato nei confronti dell’Eterno vostro Dio” e aggiunse “e nei vostri confronti”, scusandosi perché aveva sospettato di Moshè e di Aharòn.