Marika Poletti, candidata alle recenti elezioni provinciali e
nuovo capo di gabinetto dell’assessore provinciale agli enti locali della
Provincia autonoma di Trento, Mattia Gottardi, ha una svastica tatuata sul
polpaccio. E in Trentino è polemica. Ieri c’è stata la nomina di Poletti – 35
anni, un passato in An e Fratelli d’Italia – arrivata con una delibera
ufficiale contenente i dettagli dell’incarico e lo stipendio previsto, 3.400
euro mensili lordi per 13 mensilità per assistere l’assessorato. Poletti ha
cercato di chiarire, spiegando che il suo tatuaggio “non è una svastica
nazista ma la conclusione del ciclo delle Rune del canto di Odino, per la precisione
la diciottesima. Ne ho altre dodici da un’altra parte e 24 da un’altra ancora.
Sono una cultrice della cultura popolare e quella è una simbologia
millenaria”.
La spiegazione, però, non ha convinto la sezione trentina dell’associazione
Italia-Israele. “Non possiamo che essere molto preoccupati. Sicuramente
non molleremo la questione. Interesseremo la federazione nazionale e l’unione
delle comunità ebraiche. Quel simbolo non lascia spazio a interpretazioni e lei
ha deciso di renderlo indelebile tatuandoselo sulla gamba”, commenta il presidente,
Marcello Malfer. Sulla questione è intervenuto anche il responsabile enti locali della segreteria del Psi, Enzo Maraio:
“Sconcerto perché è impossibile non confondere il tatuaggio con una svastica
nazifascista. Preoccupazione perché il ruolo di capo di gabinetto
dell’assessorato provinciale agli Enti Locali è un ruolo chiave e non può certo
essere ricoperto da chi professa determinati ideali politici. Urge, da parte
della neo nominata, una dichiarazione di condanna piena e integrale del nazifascismo. Lo deve, se non altro, alla
dignità del popolo trentino”.