“È fondamentale per una convivenza civile prima di tutto il rispetto verso il prossimo, di qualsiasi colore sia la sua pelle, qualsiasi fede religiosa o politica egli professi. In secondo luogo, prima di dare un giudizio su di una singola persona o su di un gruppo, bisogna conoscerli bene e non limitarsi a seguire slogan molte volte fuorvianti.” Così diceva Bianca Colbi Finzi nel 1992, sono trascorsi trent’anni e queste sue parole sono di straordinaria attualità. Shalom ripercorre la storia di Bianca per decenni tra le protagoniste della vita bolognese, alla cui memoria la sua città ha dedicato recentemente un giardino.
Bianca nasce il 3 ottobre 1916 a Knittelfeld, figlia di Antonio e Giusta Levi. Dopo aver conseguito la maturità classica, si iscrive alla Facoltà di Lettere dell’Università di Padova. Nel 1937 si sposa con il ferrarese Italo Finzi; la coppia si trasferisce a Bologna dove Bianca si laurea nel 1939. Dopo l’8 settembre del 1943 Bianca partecipa alla lotta di liberazione aderendo a “Giustizia e Libertà”. L’occupazione tedesca la costringe a lasciare Bologna con la famiglia per trasferirsi a Castiglione dei Pepoli dove resterà fino al dicembre del 1943 e a Burzanella. Verso la metà di settembre del 1944 Burzanella diventa zona di guerra e Bianca cambia ancora residenza. Tra il 1944 e il 1945 per potersi spostare ottiene dei permessi dal Governo Militare alleato. Alla fine della seconda guerra mondiale Bianca rientra a Bologna dove partecipa attivamente alla ricostruzione della Comunità di cui è Presidente dal 1987 al 1999. Dalla costituzione della sezione dell’ADEI, Associazione Donne Ebree d’Italia di Bologna, Bianca è presente e attiva fino a diventarne Vice Presidente prima e Presidente poi. Nel 1972 è Vice Presidente della ADEI WIZO nazionale e dal 1976 al 1985 ne è il Presidente Nazionale. Muore a Torino nel 2007.
Bianca aveva un forte sentimento ebraico che la portava prodigarsi perché la Comunità non solo sopravvivesse, ma vivesse. È sempre stata attiva e propositiva nei movimenti civili per i diritti delle donne e per la laicità dello Stato, come il Movimento Scuola e Costituzione, raccogliendo stima e affetto da chi lavorava con lei. Era una sionista, con un grande amore per Israele di cui sapeva con prontezza difenderne le ragioni. Un impegno difficile ma efficace e senza ostentazione, contro i pregiudizi delle istituzioni e della politica.
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