Mario
Fiorentini si è spento all’età di 103 anni. Una vita piena, impegnata nella
lotta contro il nazifascismo. Nato da padre ebreo Fiorentini riuscì a sfuggire
al rastrellamento del 16 ottobre 1943. Il giorno del rastrellamento i suoi
genitori vennero catturati e portati al Collegio militare di Palazzo Salviati.
I due riuscirono a scappare alle deportazioni corrompendo una guardia. Già da
studente collaborò clandestinamente con Giustizia e Libertà e con il partito
comunista e il 9 settembre 1943 partecipò alla battaglia contro i tedeschi a
Porta San Paolo tra le file degli aderenti al Partito d’Azione, nello stesso
anno qualche mese dopo si pose al comando del GAP centrale Antonio Gramsci.
Fu anche tra gli artefici
dell’attentato di via Rasella nel marzo 1944. Una bomba sistemata da Fiorentini
e da un gruppo di partigiani uccise 33 soldati tedeschi e 6 civili italiani. Tuttavia,
l’attentato causò una violenta rappresaglia i tedeschi rastrellarono 335
persone in tutta Roma che il giorno dopo vennero uccise e sepolte nelle fosse
Ardeatine. Dopo la Liberazione Fiorentini dedicò la vita all’insegnamento della
matematica, diventando non solo uno dei partigiani più decorati d’Italia ma un
importante figura accademica di rilievo. Divenne professore ordinario di
geometria superiore all’Università di Ferrara e docente presso il famoso Mit di
Boston.
A dare la
notizia della scomparsa l’Anpi di Roma, che lo ha ricordato come “il partigiano
più decorato d’Italia, l’uomo che comandò il Gruppo di Azione Patriottica
‘Antonio Gramsci’, operante nel centro della Capitale e che durante i nove mesi
di occupazione nazista a Roma sbaragliò, con tre battaglioni nemici in pieno
centro in pieno giorno, conquistando l’ammirazione di tutto il mondo. “L’uomo delle quattro evasioni da quattro
carceri nazifasciste; e dopo la Liberazione di Roma l’agente dell’OSS decorato
dagli alleati – scrive l’Anpi – Ma anche lo scienziato autodidatta che fu
professore nei licei della periferia romana lasciando anche li tanti ricordi
della sua potente e straordinaria umanità, e quindi professore universitario,
che innovò la matematica e la geometria”. Gli studi di matematica di Fiorentini
furono ripresi e approfonditi in tutto il mondo permettendo al partigiano di
divenire un matematico di fama internazionale.
Fiorentini
fu dunque un professore amatissimo dai suoi studenti, ma anche un marito
presente. Divise la sua vita con Lucia Ottobrini, anch’essa partigiana decorata
con la Medaglia d’argento al valore militare. Morì nel 2015 a Rocca di Papa.
“Alla figlia Claudia e al nipote Suriel, che gli sono stati accanto fino alla
fine donandogli serenità, va il nostro grande affettuoso abbraccio”, ha
condiviso l’Anpi. “Grande dolore per la
scomparsa di Mario Fiorentini, simbolo della Resistenza antifascista italiana.
Da partigiano si distinse a Roma nella lotta contro il nazifascismo. Ci lascia
un grande esempio di coraggio e umanità. A lui dobbiamo la libertà” ha detto il
sindaco di Roma Roberto Gualtieri.